Mercato Roma, idea Wenger per la panchina

 Dal Romanista:

L’indiscrezione, perché al momento di questo si tratta, arriva direttamente da alcuni giornalisti inglesi: la Roma sarebbe sulle tracce di Arsene Wenger, allenatore dell’Arsenal. Presenti allo stadio Friuli per vedere, loro come gli osservatori del Manchester, Alexis Sanchez, i giornalisti inglesi, delusi per non aver potuto ammirare le giocate del cileno alle prese con un problema muscolare, hanno buttato lì quella che sembrava solo una battuta: «Visto che DiBenedetto vuole puntare sui giovani, magari prende Wenger». Poi, una volta approfondito il discorso, le chiacchiere si sono fatte più serie. In Inghilterra, infatti, sono convinti che il ciclo dell’allenatore francese con i Gunners stia volgendo al termine: dopo 15 anni, sarebbe anche naturale, considerando che a Londra Wenger ha battuto tutti i record possibili. È il tecnico che con l’Arsenal ha vinto di più (3 campionati inglesi, 4 Community Shield e 4 coppe d’Inghilterra) e nessuno più di lui è stato presente in panchina. Adesso però, considerando che non porta a casa un trofeo dal 2005, potrebbe essere arrivato il momento di dire basta. Continuando a portare avanti quella che da sempre è la sua filosofia: spazio ai giovani, meglio se di classe, da buttare subito nella mischia. «Non vedo altro modo di far crescere un giocatore se non facendolo giocare», disse una volta il sessantunenne allenatore di Strasburgo che, a dispetto di una carta d’identità non più giovanissima, continua ad andare avanti per la sua strada, che negli anni ha portato alla scoperta di giocatori come Weah (quando era al Monaco), Vieira, Anelka e Fabregas, tanto per citare qualche nome.

Ranieri: “Cacciamolo subito dicevano…”

 Da Repubblica:

Claudio Ranieri, cosa pensa un allenatore quando l´avversario – il Bayern – sta battendo la Roma 2-0?
«Pensa che si sta mettendo male, e che bisogna restare lucidi. Non è come pensate voi, se ti disperi è finita».

ALLENATORI ROMA: Herbert Burgess, mister del primo derby della storia

 Herbert Larry Burgess nato a Manchester nel 1883, è stato il secondo allenatore della storia dell’ AS Roma. Arrivato all’ottava giornata del campionato 1929-1930 per sostituire il breve interregno in panchina del romano Guido Baccani (ex Lazio). Il tecnico inglese aveva una grande esperienza sia come calciatore, nelle fila delle due squdre di Manchester (City e United), sia come allenatore (Mtk Budapest, Padova e Milan). Burgess ha teorie e metodi nuovi per il periodo. E’ un tecnico di poche parole (praticamente non ha mai imparato la lingua italiana), ma che trova una spalla importante nello storico massaggiatore romanista dell’epoca: Angelino Cerretti. Il quale dirà sempre che l’inglese è stato il miglior allenatore della Roma dei primi quaranta anni. Effettivamente era un maestro nell’impostare le proprie squadre con un gioco fatto di passaggi rapidi, e nel promuovere in campo lo scambio dei ruoli fra i giocatori con continui movimenti ad incrociare per disorientare gli avversari. La sua prima stagione fu abbastanza positiva, era il primo campionato disputato dalla Roma contro tutte le squadre del nord,  e si pensava ad un campionato di transizione. Il sesto posto finale regalava comunque più di qualche sorriso. Fu il tecnico che battezzò l’inaugurazione del tempio giallorosso per antonomasia, Campo Testaccio, e fu anche il coach del primo derby contro la Lazio.

ALLENATORI ROMA: William Garbutt, il primo “Mister”

 William Garbutt nato nel 1883 nella cittadina di Hazel Grove nell’Inghilterra nord-occidentale a poca distanza da Manchester, è stato il primo vero allenatore della Roma. Prima del suo arrivo, infatti, erano state disputate soltanto alcune amichevoli, guidate dal duo Piselli-King, ex giocatori dell’Alba e della Fortitudo, due delle squadre capitoline che fondendosi avevano contribuito a creare l’As Roma. Garbutt arrivò nella capitale dopo aver militato come calciatore nelle file del Blackburn e dell’Arsenal, ritirandosi ben presto per via di un infortnio, ma divenendo al Genoa (con il quale vinse 3 scudetti),  uno dei tecnici maggiormente apprezzati dell’epoca. A lui viene attribuita la defenizione di “Mister” data ancora oggi agli allenatori italiani. Venne accolto in questo modo nella città ligure e l’usanza prese presto il largo in tutta la penisola. Alla Roma fu portato dal presidente Italo Foschi che voleva una guida sicura per la neonata società e Garbutt, esperto e maestro nell’insegnare ai propri giocatori un gioco che sapesse sfruttare tutti gli spazi in campo, era l’uomo giusto. La lupa nel 1927, partecipò per la prima volta al campionato nazionale nel girone B (niente derby, la Lazio stava nel girone A), dovendo fronteggiare gli squadroni del nord.

L’idea Mancini stuzzica il popolo giallorosso

Il sondaggio fatto nelle radio romane ha dato un verdetto clamoroso: se Luciano Spalletti (che il 45% dei tifosi vuole ancora al comando della Roma) dovesse andar via, tra Allegri, Giampaolo e Roberto Mancini, il tecnico dell’Inter ha ricevuto la bellezza del 47% dei voti, contro il 33% del tecnico del Cagliari, e il 20% di quello del Siena. Soltanto il 23% non sarebbe contento se sulla panchina giallorossa arrivasse il Mancio per il suo passato da ex tecnico di Inter e Lazio, dove per altro è stato anche giocatore.

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