Baptista rigorista (o son mani nei capelli)

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 Roma-Udinese, semmai dovesse giocarla, significherebbe per Julio Baptista indossare i panni del rigorista per la concomitante assenza di Francesco Totti, David Pizarro e Daniele De Rossi. Ovvero, il trio che sta sul podio di chi è chiamato a occuparsi dei tiri dagli 11 metri. Non dovesse giocare? Il Corriere dello Sport invita a mettersi le mani nei capelli. Testuale:

Baptista rigorista. Che fa pure rima. Toccherà a lui, sempre che Ranieri lo mandi in campo cosa al momento che da Trigoria viene data in ribasso, presentarsi, nel caso, dagli undici metri. Anche perché tra squalificati e infortunati, domani contro l’Udinese sarà assente il podio dei rigoristi giallorossi, primo Totti, secondo Pizarro, terzo De Rossi, il primo infortunato, il secondo e il terzo stoppati dal giudice sportivo.

Quindi, Baptista. Non solo perché ha tirato il penultimo rigore (sull’ultimo meglio sorvolare) assegnato alla Roma, a Napoli, un rigore nato per un fallo su di lui, chiacchierata con De Rossi con richiesta di tirarlo, il semaforo verde del biondo, il destro in rete. E neppure perché con la Roma ha due su due, il precedente lo scorso anno sul campo della Sampdoria. Ma pure perché non è che nella rosa rimasta a disposizione, ci sia una concorrenza in cui qualcuno possa dire con raziocinio, lo tiro io. Con Baptista in panchina, invece, i due che sono stati designati sono Toni e Vucinic. Che non è che siano una garanzia. Prendete Luca Toni, per esempio. Una carriera di gol, ma con i calci di rigore l’ex centravanti della nostra Nazionale, non è che abbia mai avuto un grande feeling, anche se sia a Palermo che a Firenze (il primo rigorista era Mutu) li ha tirati anche per una questione che c’era una classifica dei cannonieri da vincere. Basta ricordare i suoi anni fiorentini per capire che potrebbe essere un vantaggio non vederlo sul dischetto. In viola dopo una numerosa serie di errori disse basta, non li tirò più, furono contenti pure i tifosi fiorentini. E vogliamo parlare di Vucinic? Non c’è romanista che non ricordi con una fitta al cuore l’ultima volta di Mirko sul dischetto, rigori finali contro l’Arsenal, gli inglesi sbagliano subito, tocca al montenegrino, fiato sospeso dei settantamila e passa, ma pure del giocatore che tirò così male che se lo avesse voluto fare apposta non ci sarebbe riuscito. Una serie, quella contro l’Arsenal, dove poi l’errore fatale fu di onetto, un altro che contro l’Udinese si potrebbe pure rivedere in campo. Certo, però, non al posto di Riise che così, a naso, dovrebbe essere un altro possibile rigorista. Non perché ne abbia tirati tanti in carriera, a Liverpool c’era un certo Gerrard a monopolizzare i calci piazzati. Però il norvegese non è certo uno che si tira indietro, si è presentato, segnando, dal dischetto contro l’Arsenal, lo fece anche nei rigori finali di Liverpool- Milan, facendoselo parare da Dida, un errore ininfluente perché poi gli inglesi vinsero quella coppa dopo una rimonta incredibile con Ancelotti che si sta ancora chiedendo cosa mai sia successo al suo Milan nell’intervallo di quella gara. Ricordato che Brighi fu sostituito con Montella all’ultimo minuto della sfida con l’Arsenal, quindi battezzato ultimo rigorista, che Perrotta non lo ricordiamo rigorista, che Menez quest’anno ne ha tirato uno a Londra con il Fulham facendo mettere le mani nei capelli ai tifosi romanisti, che Juan (che pure li ha tirati con Brasile e Bayer Leverkusen), Burdisso e Motta non sono celebri come rigoristi, non resta che Baptista, il rigorista. Sempre che vada in campo. Altrimenti, speriamo bene.


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