La Roma a Milano: i 12 capolavori contro l’Inter al Meazza

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Le prestazioni giallorosse in terra meneghina negli ultimi anni meritano di essere trattate in un capitolo a parte perchè è proprio recentemente che lo stadio Giuseppe Meazza – che ci sia di fronte l’Inter o il Milan, è indifferente – ha cominciato ad essere per la Roma una sorta di garanzia-punti.
Contro i rossoneri, tale affermazione è diventata realtà spesso e volentieri, contro i nerazzurri – se non si è vinto così spesso – è pur vero che si è smesso di perdere con cadenza regolare.
A illustraci le dodici prestazioni da incorniciare della Roma a Milano – nella circostanza contro l’Inter – ci pensa Il Romanista.
Edizione odierna:


Dodici i mesi dell’anno, dodici le mitiche fatiche di Ercole e appena dodici, purtroppo, le vittorie della Roma in casa dell’Inter. Una trasferta- tabù che solo con Spalletti si è mitigata, visto che con lui si è vinto a San Siro dopo undici anni e ben due volte su quattro! La prima vittoria della Roma in casa nerazzurra ci riporta al calcio degli Anni 30, nel quale l’Internazionale era stata ribattezzata Ambrosiana per via di quel nome dal sapore troppo socialista per il regime fascista.
Quel giorno (25-11-1934) fu decisiva la rete di Guaita, che a causa di un colpo subito in Nazionale rimase fino all’ultimo in bilico tra lo scendere in campo e il rimanere a Roma. Si decise di aggregarlo alla squadra solo in extremis, quando questa era già a Milano, dove lui la raggiunse all’ultimo istante con un treno espresso notturno. Per ritrovare la Roma vittoriosa in Lombardia dobbiamo fare un lungo salto in avanti fino al 18-1-1942, giorno della tredicesima giornata dell’indimenticabile campionato del primo scudetto, quando la squadra violò il campo dell’Inter grazie ad una doppietta di Naim Krieziu.
La terza e ultima vittoria giallorossa in casa dei milanesi prima della guerra (2-0) è datata 28-3-1943 e a firmarla furono Pantò e Amadei. La Roma campione d’Italia in carica giocava con lo scudo sabaudo e il fascio littorio sul petto, mentre per l’Inter quello fu l’ultimo torneo al quale si iscrisse con il nome fittizio di Ambrosiana. Dopo il conflitto, infatti, tornò alla sua denominazione originaria e con essa rimase imbattuta nelle gare casalinghe con La Roma fino al 31-10-1954, giorno nel quale i giallorossi uscirono vittoriosi per 2-1 grazie alle reti di Galli e Boscolo. Sei anni dopo, il 10-4-1960, arrivò il loro quarto successo a Milano (3-1), firmato da Orlando e Manfredini (doppietta), che nel campionato seguente concesse il bis nell’ultimo giorno dell’anno (31-12-1961), segnando all’82’ la rete di uno degli 1-0 più famosi della storia giallorossa.
Da allora, però, per la Roma iniziò un digiuno che sarebbe durato tredici anni e mezzo, ovvero fino al 2-0 del 18- 5-1975. Proprio grazie a quella vittoria la Roma arrivò terza con due punti in più della Lazio campione d’Italia in carica (39 contro 37). La partita fu subito chiusa dai gol di Giorgio Morini (5’) e “Picchio” De Sisti (14’). Si trattava della prima Roma di Liedholm, che era arrivato sulla panchina giallorossa alla 7° giornata del campionato precedente e che, con quel terzo posto del 1974-75, cominciò ad entrare per sempre nel cuore dei tifosi della Magica. Ancora più importante, però, fu la successiva vittoria a Milano, quella del 29-4-1979, ventottesima giornata del campionato 1978-79 che la Roma chiuse con una salvezza sospiratissima, tanto che a tre giornate dalla fine era ancora impelagata nei bassifondi della classifica.
Il calendario le riservava la trasferta di Milano, l’incontro casalingo con l’Atalanta e quello esterno di Ascoli, con queste ultime due formazioni che erano sue dirette concorrenti nella lotta per non retrocedere. I giallorossi riuscirono a passare a S.Siro (2-1) con le reti di De Nadai e Pruzzo, al suo primo campionato romano, mettendosi così in poleposition nello sprint finale verso la salvezza, poi conquistata con il 2-2 al cardiopalma della domenica seguente con l’Atalanta e il pronosticabile 0-0 di Ascoli dell’ultima giornata. Un pari che salvava entrambe le squadre. Con l’avvento di Viola e il ritorno di Liedholm la storia cambiò e la Roma che passò per 4-2 a Milano il 26-10-1980 fu tutta un’altra squadra rispetto a quella che solo due stagioni prima si arrabattava nella bassa classifica.
Quel giorno, infatti, il predominio territoriale e tattico dei giallorossi fu netto, nonostante l’Inter fosse Campione d’Italia in carica. L’autogol di Bini al 2’ spianò la strada alla Roma, che in Pruzzo trovò un finalizzatore micidiale. Fu lui a siglare le altre reti della Roma, segnando così la sua prima tripletta da romanista: colpo di testa su cross di Scarnecchia (12’), piatto destro al volo su assist di Di Bartolomei (20’) e rigore al 35’, dopo che Altobelli aveva segnato quello dato all’Inter. La Roma che il Barone stava trasformando in una delle grandi del campionato conquistò così una vittoria che le dette convinzione e fiducia nei propri mezzi e la spinse a sfiorare l’impresa di vincere lo scudetto con due stagioni di anticipo sulla storia. Seguirono anni sfortunati a Milano, interrotti dall’1-0 con l’autogol di Festa dell’11-9-1994 con Mazzone, l’unica vittoria romanista in casa dell’Inter da quella dell’80 alle due arrivate con Spalletti il 26-10-2005 (3-2 con rete di Montella e doppietta di Totti) e il 18-4-2007: un 3-1 con gol di Perrotta, ancora Totti e Cassetti che costrinse l’Inter a rinviare la festa già preparata per la conquista dello scudetto. Dodici vittorie che sono quasi perle rare nella storia della nostra Roma.


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