Roma, non fidarti di Leonardo

di Redazione Commenta


 Il consiglio, sottinteso ma evidente, lo offre Il Giornale ai dirigenti della Roma: sicuri dell’opzione Leonardo? Testuale:

Il nome di Leonardo è stato accostato, da qualche ora, alla panchina della Roma. Costituirebbe, nel caso la gestione Ranieri dovesse naufragare sotto i colpi di altri risultati deludenti, l’alternativa a disposizione del club nel frattempo commissariato da Unicredit e in attesa di cessione. Facilmente spiegabile il motivo: Leonardo costa pochissimo (prendeva 1 milione netto l’anno scorso al Milan) e può mettersi subito al lavoro essendo libero da impegni. La candidatura, a leggere alcuni siti e a sentire le trasmissioni radiofoniche romane, ha ricevuto molti consensi.

E il fenomeno si può spiegare facilmente. Leonardo ha sempre goduto di ottima stampa, ha fama di essere un gentiluomo e di conoscere a menadito la professione dell’allenatore. Non è stato così fino a qualche mese addietro quando l’interessato ha ripetuto chiaramente di essere interessato alla carriera dirigenziale, salvo a cambiare idea appena ha sentito che in Brasile erano alla ricerca di un nuovo ct dopo l’addio di Dunga. La buona stampa di Leonardo è determinata in pratica dal terzo posto realizzato col Milan, risultato considerato ben al diu là dei mezzi tecnici della squadra che non disponeva di Ibrahimovic e che, nel momento decisivo della stagione, ha perso per infortunio Nesta e Pato.
Sostengono convinti questo giudizio sia dirigenti che tecnici, addetti ai lavori. Ma come al solito, per avere un panorama più aderente alla realtà, forse è il caso di ascoltare anche le voci che arrivano da Milanello e che raccontano ben altre storielle. Come di quella volta che gli anziani del gruppo gli fecero capire che durante l’allenamento, lui, Leonardo, doveva stare in mezzoi al campo, con la tuta, per controllare che il porgramma venisse applicato e che tutti svolgessero al meglio i rispettivi compiti. Oppure potrebbero ascoltare la vera paternità di quel famoso schema tattico finito sotto il titolo di 4-2-fantasia. I cronisti lo hanno attribuito a Leonardo e invece ci fu qualcuno che lo suggerì al Leonardo medesimo, nell’intervallo di Milamn-Roma con il Milan sotto di un gol e ormai scivolato in zona retrocessione.


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