Roma – Bologna, pagelle: Totti – Borriello ok ma difesa e centrocampo crollano col passare dei minuti

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 Le pagelle dei giallorossi dopo Roma-Bologna (2-2).

Julio Sergio 6: se il Bologna colleziona un tiro in porta nei primi 45′ (ottimo l’intervento dell’estremo su Paponi) significa di rimando che per il brasiliano si è trattato di gestire l’ordinaria amministrazione. Nella ripresa, altra solfa: si spengono i locali, si infiamma Di Vaio. Fa quello che può ma sulle due reti ospiti ha zero colpe.

Rosi 5.5: ha acquistato fiducia con il passare dei minuti e non ha neppure pagato in maniera eccessiva lo schieramento in retroguardia con compagni coi quali aveva giocato poco (Mexes, Burdisso jr.). Si preoccupa di svolgere al meglio la fase difensiva, non disdegna (ancora troppo timido) le scorribande sulla fascia. Gli serve acquisire (giocando) maggiore personalità. In difficoltà quando il Bologna prende coraggio. Vero è che Di Vaio segna con una prodezza ma il laterale non è impeccabile nella chiusura.

Mexes 5.5: qualche sbavatura nella prima parte, quando offre una prestazione sicura e dignitosa. Nella ripresa gli tocca tenere testa al più pericoloso del Bologna, capitan Di Vaio, che in un paio di circostanze gli sfugge in velocità. La seconda rete del Bologna ce l’ha sulla coscienza.

Juan 5.5: non è il baluardo di sempre. Un solo errore nella prima frazione (quando l’arbitro gli annulla ingiustamente un gol per fuori gioco) rischia di essere decisivo (a Paponi, nella circostanza, replica Julio Sergio), nel secondo tempo è il suo affanno a mandare in tilt la retroguardia.

Cassetti 6:
dura solo 33′ per un problema ai flessori. La prestazione era fino a quel punto buona: sostanza e ordine tattico. Preoccupa piuttosto l’ennesimo infortunio a un laterale perchè – a questo punto – Ranieri ha davvero gli uomini contati.

Burdisso jr. 6:
gli tocca entrare ancora in corsa, stavolta per l’infortunio di Cassetti, e pare più sicuro nonostante l’impiego in un ruolo non suo. Difende con attenzione, prova anche a sfondare approfittando della demotivazione ospite ed entra nell’azione del raddoppio toccando di testa il cross di Totti. I gol subito non sono attribuibili al minore dei Burdisso. In crescita.

De Rossi 6:
esce nella ripresa per rifiatare in vista dell’infrasettimanale. La sua prestazione è tutta grinta e carattere. Non si fa mancare incursioni offensive che lo portano a sfiorare il gol dopo un paio di serpentine. Lascia la squadra sopra di due gol.

Brighi 6: assolvimento del compito. Suda e corre con impegno di sempre, gli tocca impostare un lavoro di quantità che nel complesso è sufficiente.

Pizarro 5.5:
perchè se nella prima parte di gara è quello irresistibile che fa da collante tra reparti e imposta il gioco capitolino, nella ripresa sparisce.

Perrotta 5.5: non decolla nonostante la buona intenzione. Gli spunti in mezzo al campo, stavolta, non si sono visti, va in bambola nella ripresa ma è anche uno dei pochi a non mollare fino all’ultimo.

Menez 6: movimento e brillantezza. Ma solo a tratti. La squisitezza di certe giocate viene sporcata dai soliti errori cui Jerry ha abituato: commessi per eccessivo possesso palla quando occorrerebbe ripartire in velocità.

Simplicio s.v.:
tanto movimento ma entra nel momento peggiore della squadra. Ingiudicabile.

Totti 6.5: il Capitano che lotta, il Capitano che corre, inventa, conclude, assiste, non smette di prendere calcioni e consente alla squadra di salire. Stavolta a impedirgli di esultare è la traversa, ma al di là dello score personale, ce la mette tutta per adempiere al conseguimento dell’obiettivo (vittoria a tutti i costi). Finisce stremato e deluso.

Borriello 6.5:
si sblocca con un gran gol, ed è la cosa più importante. Per il resto, garantisce sostanza e qualità, l’intesa con Francesco Totti continua a crescere e potrebbe bissare la marcatura in altre tre occasioni. La maglia giallorossa gli sta sempre meglio. La ripresa anonima è solo conseguenza del black out corale.

Ranieri 5.5: non tanto per l’impostazione tattica nè per scelte e sostituzioni (obbligate) e neppure per la mancanza di stimoli e motivazioni della squadra. E’ una Roma che si spegne con il passare dei minuti: che il problema sia solo psicologico, a questo punto, non è così scontato: nella condizione fisica e nell’affanno evidente, qualcosa non torna. Fosse così, il testaccino farebbe bene a preoccuparsi.


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