La Nazionale torna in Italia tra l’indifferenza generale; Pepe ad asromalive.com: “Certa stampa ha esagerato”

 Mesto ritorno a casa per la Nazionale di calcio dopo il deludente Mondiale sudafricano. Gli Azzurri, atterrati all’aeroporto ‘Leonardo Da Vinci’ di Fiumicino alle ore 7:41 con il volo Alitalia Az 80-81, sono stati accolti da pochissimi contestatori, che hanno manifestato il proprio malcontento al grido ‘vergogna’ e ‘andate a lavorare’.

Il primo a scendere dall’aeromobile è stato proprio Marcello Lippi,maggiore indiziato per la debacle sudafricana. Il commissario tecnico, uscito alle 8.10 dal Terminal B tra gli insulti dei pochi tifosi presenti, ha inizialmente eluso il pressing dei cronisti salendo sul Suv che lo attendeva in una piazzola dello scalo romano; Lippi non ha voluto rilasciare dichiarazioni neanche ai giornalisti che hanno provato a seguirlo all’uscita della stazione aeroportuale.

Dieci minuti dopo Lippi, è uscito dall’aeroporto il gruppo di giocatori la cui destinazione finale era Roma (tra loro, De Rossi, Cannavaro,Gilardino, Pepe e Quagliarella, mentre gli altri hanno fatto scalo nella Capitale per poi prendere un altro aereo con destinazione Malpensa). De Rossi è apparso piuttosto provato dal viaggio e non ha voluto rilasciare dichiarazioni alla stampa (“Le interviste si rilasciano in sala stampa, qui non parlo”, sono le sue uniche, lapidarie parole).

Più loquace Simone Pepe, che durante il viaggio di ritorno ha manifestato il proprio malumore nei confronti della stampa per una vignetta pubblicata in un  quotidiano nazionale raffigurante undici bare, chiara allusione alla fallimentare spedizione azzurra. Il neo giocatore della Juventus è rimasto molto infastidito dalla macabra ironia e, in aereo, ha gettato il giornale dopo aver avuto uno scambio di opinioni con i giornalisti al seguito della Nazionale. Anche ai nostri microfoni, Pepe ha esternato il proprio disappunto rilasciando le seguenti dichiarazioni: “Siamo molto delusi e amareggiati. I tifosi? Ènormale che ci abbiano accolto con gli insulti qui a Fiumicino, loro sono tifosi ed è giusto che manifestino la loro rabbia. Il mio disappunto è nei confronti di certa stampa: raffigurare la nostra sconfitta con undici bare è un messaggio che va oltre il calcio, credo si sia esagerato. Ora vado avanti per la mia strada, voglio concentrarmi sulla Juventus; mi auguro che la Nazionale sappia rialzare la testa. D’altronde peggio di così non si poteva fare, si è toccato il fondo”.

Dall’inviato, Simone Di Segni

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