La Roma nervosa attende il ricorso per Mexes

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 Da LaSignoraInGiallorosso:

La Roma è una squadra nervosa. Lo dicono i freddi numeri e le statistiche. Ieri sera con l’espulsione di Burdisso nel big match contro l’Inter si è arrivati alla settima espulsione in campionato per la Roma. Roba da squadra da piccolo cabotaggio, sempre in affanno e costretta a intervenire alla disperata sull’ultimo uomo. Non è questa la situazione della Roma, costruita per vincere o meglio costruita per provare a vincere. Certamente c’è una componente tattica che vede la Roma subire spesso dei contropiede e soffrire le situazioni in velocità, resta il fatto che sette espulsioni con un girono di ritorno praticamente ancora da giocare sono sintomo di una situazione psico-fisica altalenante. Burdisso è alla terza espulsione in campionato. Espulso contro il Cagliari, l’Udinese e l’Inter salterà la delicata sfida Champions contro il Napoli di sabato sera. Mexes è squalificato per aver detto qualche parola di troppo al quarto uomo nel match contro le Rondinelle all’Olimpico. Due giornate per lui e addio Inter e Napoli.Difesa della Roma da inventare contro i partenopei con il redidivo Loria in pole-position e Gullermo Burdisso in trepidante attesa. La Roma, domani, sembra orientata a fare ricorso per la squalifica del biondo francese ma è titubante. Per un motivo valido. Mexes è recidivo a comportamenti sopra le righe e potrebbe addirittura veder aumentate le proprie giornate di squalifica. Sarebbe una debacle per i giallorossi, alle prese con il cambio societario, rinnovi, turnover e mancati acquisti che stanno scuotendo ambiente e giocatori. Proprio in quest’ottica devono essere viste le dichiarazioni di Rosella Sensi di ques’oggi. La Roma sembra stia mollando sul più bello. Futuro societario più solido, acquirenti seri e vogliosi di fare grande la società, squadra ancora in corsa su tutti e tre i fronti (forse due…) e la Roma si inceppa di nuovo. Come a Roma-Sampdoria dello scorso anno. L’ennesimo dejavù. La Sensi, probabilmente nelle ultime settimane da presidentessa della Roma, sta cercando di richiamare agli ordini tutto lo staff tecnico-dirigenziale.  «Ora non dobbiamo mollare: sarebbe l’errore più grande. – ha dichiarato – Se non ricominciamo subito a vincere, rischiamo di buttare una stagione: serve concentrazione e professionalità. Sono proprio arrabbiata per la piega che sta prendendo il nostro campionato». Preoccupa come ovvio, lasciare una Roma ai nuovi proprietari magari senza Champions e quindi con un passivo enorme nel bilancio societario. «A chi prenderà il mio posto abbiamo l’obbligo di presentarci da Roma. Cioè restando anche in quest’annata ai vertici del calcio italiano, come abbiamo sempre fatto nelle ultime stagioni. Io non ce l’ho con l’allenatore e i calciatori, ma visto che sono professionisti devono pensare solo ai risultati da conquistare da qui alla fine della stagione. Perché io ci tengo, dopo diciotto anni da proprietaria, con la mia famiglia, della Roma, a consegnare la società in maniera egregia a chi subentra. Basta buttare punti: questo clima non mi piace». La speranza è che i condizionamenti esterni  di una trattativa societaria che non ha riscontro nel mondo calcistico-finanziaro italiano e che potrebbe spazzare via tanti equilibri ormai incrostai nel sistema calcio attuale rimangano nelle studi degli avvocati e degli economisti. La tifoseria sogna un futuro raggiante ma i giocatori devono pensare esclusivamente al presente. Senza memoria non c’è futuro in questo caso si adatta bene alla situazione in casa romanista.
Francesco Bianchini


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