Nuovo stadio, Legambiente è contraria

di Redazione 2


Se ne parla da tempo, al punto che oltre alle voci inerenti al progetto sono trapelati, in più di una circostanza, interessi vari legati a grandi costruttori nazionali.

Nulla pare ancora deciso (anzi, ad oggi è solo una delle ipotesi) ma il progetto legato all’idea di realizzare un nuovo stadio ha suscitato reazione anche nel contesto associazionistico: tra tutti, il fronte del no accorpa soprattutto i vertici dell’associazione Legambiente. Motivo principale dell’opposizione, il fatto che il nuovo stadio vada a devastare aree agricole vincolate e di forte impatto paesaggistico quali sono quelle sull’Aurelia.

Il nuovo edificio, infatti, prevederebbe un complesso di strutture che, oltre all’impianto sportivo, vedrebbe inclusi ristoranti e mega store. Il modello inglese. A prendere posizione netta e contraria, ci ha pensato la massima carica regionale dell’associazione, Lorenzo Parlati.

Parlati, eletto presidente regionale di Legambiente Lazio nel 2003 subentrando all’allora responsabile Maurizio Gubbiotti, ha espresso il suo pensiero con chiarezza:

“Roma non ha bisogno di nuovi stadi, tanto meno di scempi e speculazioni in aree agricole vincolate come quelle sull’Aurelia. Che fine faranno gli stadi già esistenti? Con quale coraggio Gianni Alemanno e Piero Marrazzo, senza discutere nulla con i cittadini, lo spiegheranno ai romani?. Anche perchè, secondo la cartografia di massima dello stadio, l’area interessata è quella compresa nella zona Massimina – La Monachina: più di duecento ettari ricadenti nel Municipio XVIII, dichiarata destinazione agricola. Nessuna infrastruttura di trasporto pubblico in corso di realizzazione”.

La polemica è alimentata dal fatto che la realizzazione dello stadio richiederebbe una “variante urbanistica in accordo di programma per trasformare l’area da “Agro romano vincolato” ad “area edificabile”, il che equivale – conclude Parlati –

“ad avviare la definitiva conurbazione tra la capitale, Cerveteri, Ladispoli e Civitavecchia”.

Del come Parlati abbia fatto a vedere lo schizzo progettuale portato in Comune da Marco Staffoli, custoditi in Municipio, è un mistero.


Commenti (2)

  1. Ma sì Paolo Cento, cementifichiamo tutto il cementificabile!! Così gli ottusi sudditi del calcio saranno contenti di trascorrere sempre più tempo delle loro giornate nelle automobili, incastrati nel traffico che, grazie ai nuovi quartieri, (capito Cento che si tratta di nuovi quartieri??!) aumenterà fino all’inverosimile!!
    Qual’è il problema?! Tanto ci sono le radio “della Roma” e “della Lazio” ad annacquargli il cervello e tanto per pagare i folli ingaggi dei loro beniamini una speculazione edilizia si riesce sempre a concordare con i propri camerieri della politica che siedono nelle giunte, nei consigli comunali e regionali.
    Il bilancio fallimentare delle società sarà momentaneamente ripianato e magari sarà proprio Totti a investire sulle nuove case (visto che saranno inaccessibili per i redditi normali), con i suoi miliardi gentilmente offerti dalla distruzione delle ultime aree naturali intorno a Roma!
    Povera Italia e poveri sudditi!

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