Mosca – Adriano e le “mignotte”: non fu diffamazione, giornalista assolto

di Redazione Commenta


 Maurizio Mosca, compianto giornalista sportivo che ha scritto pagine importanti della recente storia della televisione (contribuendo a spettacolarizzare il calcio come pochi altri), riceve un’assoluzione post mortem. L’accusa di diffamazione si riferiva alle dichiarazioni dell’ex Gazzetta dello Sport che – lo scorso 5 marzo 2006 – etichettò la vita di Adriano (neo giallorosso) in maniera categorica: “Va a mignotte tutte le sere, lo so perchè me lo ha detto una di loro”. Mosca viene assolto per aver esercitato il diritto di cronaca e – stando alla sentenza – “il fatto non sussiste. Da Ansa:

Maurizio Mosca, il noto giornalista sportivo morto lo scorso 3 aprile, è stato assolto oggi a Como dall’accusa di aver diffamato l’ex attaccante nerazzurro e neo-acquisto della Roma, Adriano. A Mosca era stato contestato il reato di diffamazione aggravata perchè, nel corso di una trasmissione tv andata in onda il 5 marzo 2006, il giornalista, inventore del ‘pendolinò e delle ‘bombè di calcio-mercato, commentando un Roma-Inter e una prestazione dell’attaccante brasiliano, aveva fatto riferimento alle frequentazioni di Adriano con prostitute. Come in tutte le «cose della vita», aveva affermato Mosca, «ci vuole misura (…) andare tutte le sere, perchè va tutte le sere». E alla domanda di un ospite in studio che chiedeva come facesse a saperlo, Mosca aveva risposto: «Me l’ha detto una mignotta che ci va». Il Tribunale di Como, davanti al quale si è svolto il processo, avrebbe potuto emettere sentenza di non luogo a procedere per ‘morte del reò, ma il legale del giornalista, l’avvocato Davide Steccanella, ha presentato una memoria per chiedere la «assoluzione nel merito», anche «a tutela postuma della sua comprovata integrità professionale». Il legale ha spiegato che il giornalista, con i suoi toni ironici e dissacranti, ha esercitato il suo diritto di cronaca e critica, parlando di un aspetto della vita del calciatore che si rifletteva sulle sue prestazioni sportive. Assoluzione nel merito che è arrivata oggi. Il giudice monocratico, infatti, ha assolto il cronista «perchè il fatto non sussiste».


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