Mondiali 2010, Calderoli: “Tifo Italia solo se va in finale”. E ti chiedi: ma ci è o ci fa?

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 Chissà se i politici – alcuni di loro, che generalizzare è sbagliato a prescindere – saranno mai capaci di vergognarsi per qualcosa che li riguarda in maniera diretta.
Per i misfatti, magari.
O – magari – per certe dichiarazioni francamente prive di una logica e che sono in totale difformità rispetto alla carriera professionale intrapresa. A meno che… Bhè, a meno che l’unica esigenza che ne motiva i comportamenti è quella di rincorrere – a prescindere dai contenuti – il più classico dei voti in più. Qualche ignoto (forse più di qualche) messso lì ad aspettare la frase a effetto del politicante di turno c’è sempre. E – va detto – l’occasione per raccogliere consensi, non ce la si lascia sfuggire affatto.
Il padano Roberto Calderoli, per esempio, è uno di quelli che l’attimo non lo perde mai.
Rappresenta l’Italia in qualità di Ministro. Ma lui parla di Padania. Perchè – di tutto ciò che staziona dal Po in giù – gli frega poco (salvo successi elettorali, che allora la solfa potrebbe anche cambiare).
L’ultima uscita di cotanta figura Istituzionale è la solita mezza affermazione. “Io tifo la Ferrari e Valentino Rossi: a me il calcio non piace proprio, se sarà in finale è chiaro che tiferò l’Italia“: lo ha detto a corollario dell’inaugurazione a Milano di una mostra sulla storia della cartografia.
Il calcio può non piacere, per carità. E, al contempo, può piacere la Ferrari. Valentino Rossi. Ma se di mestiere fai il Ministro italiano per la Semplificazione normativa – mi chiedo – nel momento in cui pronunci certe frasi, neanche un po’ di vergogna?
Neanche tanto così?
Allora ho capito tutto: pensavo che ce faceva, invece me sa che ce è.


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