Menez: “ In Ucraina possiamo fare il colpo. Ci credo ancora”

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 Dal Romanista:

Un’ammonizione e un gioiello”. In Francia non lo perdono più di vista. Dopo quella prestazione contro il Brasile, tutti vogliono vedere dove può arrivare Jeremy Menez. E mercoledì hanno visto un concentrato di quello che Jerry è capace di fare: sbagliare tutto e poi inventare la giocata del giorno. Un gioiello, appunto, come lo ha definito l’Equipe. Un’invenzione che però non può far sorridere Menez, che vede la Champions allontanarsi, per giunta senza la possibilità di provare a fare l’impresa al ritorno per colpa di quel cartellino giallo rimediato nel finale. «E’ stato bello segnare – ha detto Jerry ai cronisti francesi subito dopo il termine dalla partita -. Ma in bocca ho il sapore amaro della sconfitta». Un ko duro da digerire, anche perché Jeremy è convinto che, prima di quei 12 minuti di black out, la Roma avesse fatto una buona partita: «Abbiamo giocato bene – ha spiegato – e tutto ad un tratto abbiamo preso tre gol. La forza delle grandi squadre è quella di essere solide dietro, evidentemente questo non è stato il nostro caso». Sembra un’accusa nei confronti dei difensori, ma Menez ci tiene a dire che la colpa non è solo della retroguardia, ma che si è trattata di una sconfitta «del collettivo ». Magra consolazione, perché i quarti di Champions sembrano un miraggio. Ma Menez pensa che l’impresa sia ancora possibile: «Nonostante i tre gol subiti, ci credo ancora. Possiamo andare lì a fare il colpo grosso, anche se io non potrò giocare». Sì, perché sarà squalificato a causa di un fallo netto commesso nel finale su Willian nel tentativo di recuperare un pallone a metà campo. «La squalifica è un duro colpo per me – ha ammesso prima di giustificare il suo gesto -. Dovevo controllarmi, ma avevo così tanta voglia di vincere questa partita che mi sono arrabbiato da solo e ho preso un cartellino giallo». Niente coppa, dunque. A Jeremy non resta che provare a riscattarsi in campionato già da domenica contro il Genoa. Sarebbe, come si dice, un po’ come consolarsi con l’aglietto. Ma non c’è molto altro da fare: «Al di là della sconfitta, mi sento meglio fisicamente dopo un periodo in cui non ero al massimo».


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