Legambiente: “Rischio speculazioni da Legge Stadi”

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 Il nuovo testo legislativo in materia di stadi ha suscitato dubbi e perplessità sulla sicurezza del territorio ma sopratttutto un rischio di speculazioni immobiliare. E’ quanto denuncia Legambiente, che non accetta di buon grado la nuova legge approvata dal Senato.
Secondo l’associazione la legge è passata “in modo stranamente silenzioso e riservato, aggirando così anche le potenziali modifiche delle Commissioni e dell’Aula“.
Nello stesso momento si è parlato a Roma, precisamente nella sala stampa della Camera dei Deputati, delle disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi e stadi a sostegno della candidatura del nostro paese a manifestazioni di rilievo europeo ed internazionale; ad essa hanno partecipato diversi esponenti della politica e delle associazioni ambientaliste tra loro Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, i parlamentari Roberto Della Seta, capogruppo commissione ambiente al Senato, Fabio Granata  vice-presidente Commissione Antimafia ed Ermete Realacci responsabile ambiente Pd.
In questo disegno di legge – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente – non ci si occupa principalmente degli stadi come non ci si preoccupa delle reali esigenze dei tifosi. È evidente che con la scusa degli Europei di calcio, si stanno facendo passare scelte in cui a pesare sono soprattutto interessi immobiliari di tipo speculativo che devono essere fermati“. Il presidente ha poi sottolineato che la legge approvata si allontana del tutto dagli standard europei, dove non sono stati mai presi provvedimenti del genere per sovvenzionare sia i privati che i pubblici nel edificazione di impianti sportivi.
Per Legambiente la cosa più strana è l’iter seguito per la approvazione del Ddl: “Risulta inquietante il fatto che questa legge sia stata approvata dalla Commissione Cultura del Senato, con voto all’unanimità da parte di tutti i gruppi parlamentari ed evitando il passaggio in Aula, pur trattandosi di un testo dai contenuti sicuramente difformi dalla normativa urbanistica vigente, e ben più inerenti ai temi propri delle Commissioni Ambiente e Lavori Pubblici che a quelli della Cultura“. Infine viene fatta una disamina di alcuni articoli del testo, dove sempre secondo il presidente Dezza “emergono varie stranezze“.


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