Mamma Adriano: “Mio figlio tornerà grande”

di Redazione Commenta


 Dalla Gazzetta dello Sport:

«Mio figlio ce la farà, ne sono sicura. Vincerà la sfida, e lui e la Roma risaliranno e sorprenderanno». Parola di Dona Rosilda, madre di Adriano, che in un’intervista esclusiva scommette sul ritorno del figlio a grandi livelli e sul suo recupero a livello personale. «Oggi Adriano è un uomo nuovo, una persona con la testa sulle spalle. Nella sua vita sono accadute tante cose, ma sono sicura che ha capito», garantisce Dona Rosilda. Ripercorrendo le travagliate tappe della vita del figlio, dall’infanzia negata nella favela di Vila Cruzeiro e la tragica morte del padre, fino al successo e alla fama attraversati da crisi, la signora ha deciso di parlare della profonda crisi che inghiottì il figlio a tal punto da spingerlo poco più di un anno fa ad annunciare il ritiro dall’attività. «Perché adesso è tornato sereno ed è giusto ringraziare la Roma che gli ha dato un’ opportunità».
Quali furono le cause di quella profonda crisi depressiva? Perché annunciò il ritiro? «All’origine della sua depressione c’è sempre stata la morte del padre, che non ha mai superato. A causa dell’enorme successo, molta gente sparlava e lo criticava senza sapere realmente cosa gli stesse accadendo, e questo lo ha fatto sprofondare. Nessuno conosce la natura del male meglio di chi lo soffre, e probabilmente nemmeno io sapevo come aiutarlo. Un giorno, quando era ancora in Italia, mi chiamò e mi disse che non ce la faceva più, che voleva smetterla con il calcio. Mi confessò che stava pensando al suicidio. E io gli dissi di agire con il cuore, perché nulla è più importante della sua felicità. E se per ottenerla doveva rinunciare al calcio, nessun problema».
Non teme ricadute? Adriano tornerà grande con la Roma?
«Il suo ritorno in Italia è stato positivo, perché è già abituato, sa a cosa va incontro. So che non sarà facile, ma oggi Adriano ha la forza per affrontare e superare le difficoltà. A differenza di ieri, si sta sforzando, si sta impegnando per cambiare, e questa è la cosa più importante, perché è lui il primo ad essersene reso conto».


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