Giannini: “La sconfitta di Palermo? Non drammatizzerei”

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 Dal Romanista:

«Penso che l’impegno di Champions abbia influito, e non poco, sulla prestazione di domenica a Palermo». Si dice convinto, Giuseppe Giannini, di quanto le energie spese, sia sul piano fisico che mentale, possono aver inciso negativamente sulla partita giocata dalla squadra giallorossa al “Barbera”. «Anche se si è giocato martedì – aggiunge – e i giorni che separano la sfida col Bayern da quella con i rosanero sono cinque».
Pensi che se dei problemi ci sono, questi siano a centrocampo? Non è facile dirlo, perché dipende dall’idea di gioco che Ranieri ha in testa e vuole dare alla squadra. Poi, non è possibile, né giusto, giudicare da una partita. Ripeto, dipende anche da cosa il tecnico vuole dalla squadra. Ieri (domenica, ndr), ha certamente sofferto molto. Non so per quale motivo. Guardando la partita, mi è sembrato che il Palermo fosse anche più brillante dal punto di vista atletico. E’ per questo che dico che lo sforzo di coppa può essersi fatto sentire.
Soprattutto nel secondo tempo. Perché, nel primo, era stata la Roma a fare la partita. Sia pure con qualche errore di troppo… Sì, era partita bene. Però, nelle ripartenze, ha spesso sofferto la velocità, la rapidità degli avversari. Le distanze erano un po’ troppo lunghe.
C’era Pizarro al rientro. Quanto può aver pesato la sua condizione ancora non ottimale in quel ruolo di perno davanti alla difesa, che nelle ultime gare era stato di Daniele De Rossi? A dire la verità, ho visto entrambi alternarsi in quella posizione di vertice basso del rombo. A volte bene, a volte meno. Semmai, mi è sembrato che dei tre centrocampisti fosse Simplicio quello un po’ più giù di tono. Per Pizarro, che rientrava, era quasi normale non essere al meglio.
Una scelta, quella del rombo, che è sembrata, nelle ultime partite, la soluzione migliore. Penso che anche un 4-4-2 con Menez e Vucinic sugli esterni, e Totti e Borriello davanti, in mezzo, possa funzionare.
Non è troppo sbilanciata la squadra? E Vucinic, soprattutto, può ricoprire quel ruolo di esterno, per intenderci, “alla Delvecchio” dei tempi di Capello? Torno a dire che dipende tutto dal tecnico e da cosa ritiene di poter ricavare dai singoli giocatori e dalla squadra nel suo insieme.
Dopo una sconfitta come quella di Palermo, cosa si trova a dire un allenatore alla propria squadra? Non drammatizzerei. Capita di perdere una partita così, perché, ripeto ancora, c’è stato l’impegno di coppa, che ha comportato un grande dispendio di energie.
Che idea ti sei fatto di questa Roma, dopo quella partenza così negativa? Mi è piaciuta molto a Torino contro la Juventus. E nella partita successiva con l’Udinese. Ho visto una squadra in netta ripresa.


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