Francesca Quondamcarlo ad Asromalive.com: “L’oro in Turchia un sogno. Fatemi conoscere Totti”

di Redazione 1


 In Turchia ha toccato il cielo con la spada. “Un’emozione indescrivibile“. Sono trascorsi due giorni dallo ‘storico’ oro delle ‘spadaccine’ azzurre ai Campionati del Mondo di scherma, ma la voce di Francesca Quondamcarlo è ancora segnata dai festeggiamenti. Amici e colleghi la chiamano la Pupona, “perchè  andavo agli allenamenti con la maglia di Totti, mi diedero quel soprannome a sedici anni“. Oggi Francesca ne ha da poco compiuti venticinque e, visto che il Mondiale le ha appena insegnato che i sogni possono trasformarsi in realtà, le piacerrebbe colorare la sua favola con un incontro speciale: “Vorrei conoscere il Capitano“, ha affermato ad Asromalive.com la campionessa del Gruppo Sportivo delle Fiamme Azzurre.
Con l’oro in Turchia, tu e le tue compagne siete entrate nella storia.
Un sogno. Un’emozione difficile da descrivere con le parole. I festeggiamenti mi hanno tolto la voce. Eravamo alla ricerca di un risultato importante. La sorte non sempre è stata dalla nostra parte negli ultimi tempi: spesso perdevamo posizioni per una o due stoccate. Questa volta è filato tutto per il verso giusto, siamo state unite ed è arrivata questa vittoria neanche troppo inaspettata: sapevamo di essere vicine a dimostrare la nostra forza. Adesso non vogliamo fermarci: siamo giovani e la spada è un’arma longeva…“.
A chi dedichi questo successo?
La lista è lunga, procedo?
Prego.
Ai miei genitori, ai miei fratelli, al mio maestro Oleg Pouzonov, al Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre, alla società Frascati e alla società del Club Scherma Roma“.
Quondamcarlo: quante storpiature nel riportare il tuo cognome. Nel 2002, dopo gli ori agli Europei under 20, ti augurasti di renderlo facile a suon di vittorie.
Cognome romano, con una radice latina: speravo che negli anni qualcuno se lo ricordasse e lo pronunciasse correttamente. Magari adesso abbiamo fatto un ulteriore passo avanti. Mi piacerebbe ascoltarlo durante le prossime Olimpiadi; la mia squadra punta a Londra 2012: in tre anni possono cambiare tante cose, ma quello è l’obiettivo. Direi che siamo sulla buona strada“.
Nell’ambiente della scherma sei la Pupona. Stessa classe di Totti?
Mi chiamano così dall’età di sedici anni. Indossavo sempre la maglia del Capitano, di cui ero e sono tifosissima. Il soprannome me lo diede il fisioterapista Maurizio Iaschi. Spero di riuscire a conoscere Totti, mi sarebbe piaciuto essere premiata da lui. Il mio fidanzato è tifoso della Roma, non sarebbe geloso, perché ho occhi solo per lui! E in ogni caso Totti è Totti!“.
Un campione che sta assumendo i connotati del mito: cade e si rialza da ogni infortunio. Come gli eroi di sempre.
Totti è un esempio per tutti gli sportivi. La forza interiore è la dote più importante per un atleta. E’ capitato anche a me di attraversare dei momenti delicati: nell’ultimo anno ho subito un infortunio alla spalla e uno alla gamba. Fortunatamente l’equipe di fisioterapisti che ruota attorno alla Nazionale è di primissimo livello. Anche nel ritiro di Formia, prima dei Mondiali, è stato fatto un ottimo lavoro“.
Il calcio e la scherma. Ambienti diversi…
Non posso dirlo. Non conosco l’ambiente del calcio, preferisco non giudicare. Io sono felice di essere cresciuta nello sport: ringrazio i miei genitori per avermi sempre incoraggiata a praticarlo. Anche gli studi, però, sono importanti: sto portando avanti l’università, con tutti i sacrifici che comporta per un professionista. Avrei voluto specializzarmi in fisioterapia, ma era un percorso difficile da abbinare agli allenamenti. Così ho optato per la psicologia. E’ fondamentale coltivare altre passioni. Io non mi sono mai fatta mancare niente: da piccola suonavo il pianoforte e, quando era possibile, andavo a Roccaraso a sciare. Oggi adoro viaggiare. Purtroppo gli impegni non mi consentono di andare troppe volte allo stadio a vedere la Roma“. Una cosa, però, è certa: se Totti la invitasse a Trigoria, quel giorno gli impegni andrebbero a farsi benedire.
Simone Di Segni


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