Il Messaggero: Europei 2016 in Italia? «No grazie»

di Redazione Commenta


Euro 2016? Gli ultrà italiani dicono, «no». O meglio, gli europei li vogliono, ma non in Italia. Stufi delle continue limitazioni imposte dal ministero dell’Interno tramite l’Osservatorio per le manifestazioni sportive, attraverso il sito www.asromaultras.org, gli ultrà lanciano la controffensiva, boicottando la candidatura italiana per ospitare gli europei di calcio del 2016. Come? Copiando dal sito un breve testo pubblicato in inglese, corredato dall’elenco completo di tutte le partite vietate settimanalmente alle tifoserie ospiti e inoltrandolo via e-mail direttamente all’Uefa. In pochi giorni il gruppo creato su Facebook (“Euro 2016. No grazie”) ha raccolto 2.500 aderenti, e in molti stadi del Paese si cominciano a vedere gli adesivi con il logo dell’iniziativa.
“Euro 2016: we say no!”. «Egregi signori dell’Uefa – recita il testo – riguardo la candidatura italiana per Euro 2016, siete a conoscenza del fatto che in Italia il ministero dell’Interno non è in grado di garantire l’ordine pubblico nemmeno nelle serie inferiori? Vietano sistematicamente le trasferte anche per match insignificanti». Un esempio? Battipagliese-Real Poseidon (Lega dilettanti), disputata domenica scorsa a porte chiuse. E allora, si domandano gli ultrà, «come può, l’Italia, essere in grado di organizzare gli europei del 2016?».
L’ideatore della protesta. L’idea è balenata nella mente di Lorenzo Contucci, noto avvocato penalista specializzato in materia di ultrà e webmaster del sito asromaultras.org, esattamente il 31 gennaio scorso, quando a causa di una nevicata, fu disposto il rinvio di Parma-Inter, con centinaia di tifosi interisti costretti a tornarsene a casa dopo aver speso inutilmente tempo e denaro.
Germania-Inghilterra o Angri-Forza e coraggio? «Sono letteralmente stufo di limitazioni imposte solo per introdurre un progetto economico chiamato “Tessera del tifoso” – dice Contucci – Mi sono quindi chiesto come possa l’Italia gestire un Germania-Inghilterra se non è in grado di far disputare in sicurezza neppure partite come Angri-Forza e coraggio. L’Uefa è contro i divieti e deve essere informata sul fatto che l’Italia non è in grado di organizzare un europeo, visto che è l’unica nazione al mondo a porre simili limitazioni ai tifosi».
Un’iniziativa nata “dal basso”. Esattamente come accadde prima dell’estate con la mobilitazione nazionale contro la Tessera del tifoso. «Nei primi due giorni – spiega Contucci – tramite il gruppo su Facebook siamo riusciti a coinvolgere oltre duemila persone e appena i media vorranno trattare la notizia, sono sicuro che la protesta si diffonderà rapidamente a macchia d’olio». Finora, utilizzando esclusivamente il passaparola, sono già molti i gruppi ultrà che hanno scelto di pubblicare il link della campagna sul proprio sito internet. Fuori dai confini laziali, se ne sono accorti, ad esempio, i tifosi del Parma.
«Fino all’ultima raccomandata». Le duemila mail inviate dagli aderenti, per ora non sono bastate ad ottenere una qualche risposta da parte dell’Uefa, ma Contucci non si stupisce. «Si sono già accorti di noi – assicura – anche se per ora arrivano solo e-mail di risposta in automatico. Successivamente passeremo ai fax, poi alle lettere raccomandate. Andremo avanti fino a quando gli Europei del 2016 non verranno assegnati a uno Stato che non pone discriminazioni territoriali ai supporters». E chissà che a spuntarla, alla fine, non siano proprio i tifosi.

 Gli italiani non vogliono l’Europeo 2016 nel nostro paese. I motivi, spiegati sul sito asromaultras.org, sono le troppe le limitazioni imposte dal ministero dell’Interno alle manifestazioni sportive. Ecco l’articolo integrale de Il Messaggero.it:

Euro 2016? Gli ultrà italiani dicono, «no». O meglio, gli europei li vogliono, ma non in Italia. Stufi delle continue limitazioni imposte dal ministero dell’Interno tramite l’Osservatorio per le manifestazioni sportive, attraverso il sito www.asromaultras.org, gli ultrà lanciano la controffensiva, boicottando la candidatura italiana per ospitare gli europei di calcio del 2016. Come? Copiando dal sito un breve testo pubblicato in inglese, corredato dall’elenco completo di tutte le partite vietate settimanalmente alle tifoserie ospiti e inoltrandolo via e-mail direttamente all’Uefa. In pochi giorni il gruppo creato su Facebook (“Euro 2016. No grazie”) ha raccolto 2.500 aderenti, e in molti stadi del Paese si cominciano a vedere gli adesivi con il logo dell’iniziativa.
“Euro 2016: we say no!”. «Egregi signori dell’Uefa – recita il testo – riguardo la candidatura italiana per Euro 2016, siete a conoscenza del fatto che in Italia il ministero dell’Interno non è in grado di garantire l’ordine pubblico nemmeno nelle serie inferiori? Vietano sistematicamente le trasferte anche per match insignificanti». Un esempio? Battipagliese-Real Poseidon (Lega dilettanti), disputata domenica scorsa a porte chiuse. E allora, si domandano gli ultrà, «come può, l’Italia, essere in grado di organizzare gli europei del 2016?».

L’ideatore della protesta. L’idea è balenata nella mente di Lorenzo Contucci, noto avvocato penalista specializzato in materia di ultrà e webmaster del sito asromaultras.org, esattamente il 31 gennaio scorso, quando a causa di una nevicata, fu disposto il rinvio di Parma-Inter, con centinaia di tifosi interisti costretti a tornarsene a casa dopo aver speso inutilmente tempo e denaro.
Germania-Inghilterra o Angri-Forza e coraggio? «Sono letteralmente stufo di limitazioni imposte solo per introdurre un progetto economico chiamato “Tessera del tifoso” – dice Contucci – Mi sono quindi chiesto come possa l’Italia gestire un Germania-Inghilterra se non è in grado di far disputare in sicurezza neppure partite come Angri-Forza e coraggio. L’Uefa è contro i divieti e deve essere informata sul fatto che l’Italia non è in grado di organizzare un europeo, visto che è l’unica nazione al mondo a porre simili limitazioni ai tifosi».
Un’iniziativa nata “dal basso”. Esattamente come accadde prima dell’estate con la mobilitazione nazionale contro la Tessera del tifoso. «Nei primi due giorni – spiega Contucci – tramite il gruppo su Facebook siamo riusciti a coinvolgere oltre duemila persone e appena i media vorranno trattare la notizia, sono sicuro che la protesta si diffonderà rapidamente a macchia d’olio». Finora, utilizzando esclusivamente il passaparola, sono già molti i gruppi ultrà che hanno scelto di pubblicare il link della campagna sul proprio sito internet. Fuori dai confini laziali, se ne sono accorti, ad esempio, i tifosi del Parma.
«Fino all’ultima raccomandata». Le duemila mail inviate dagli aderenti, per ora non sono bastate ad ottenere una qualche risposta da parte dell’Uefa, ma Contucci non si stupisce. «Si sono già accorti di noi – assicura – anche se per ora arrivano solo e-mail di risposta in automatico. Successivamente passeremo ai fax, poi alle lettere raccomandate. Andremo avanti fino a quando gli Europei del 2016 non verranno assegnati a uno Stato che non pone discriminazioni territoriali ai supporters». E chissà che a spuntarla, alla fine, non siano proprio i tifosi.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>