Attento Juan, Roma comincia a spazientirsi

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Se il buongiorno si vede dal mattino, verrebbe da dire, Juan e la Roma non paiono più tanto vicini e affini.
La polemica aizzata dopo il rifiuto di giocare contro l’Inter per problemi fisici e la volontà concomitante di rispondere in maniera positiva alla chiamata del C.t. Carlos Dunga che lo voleva nel suo Brasile fin da subito hanno creato una crepa tra il difensore e la piazza.
Che accusa Juan di assenteismo evidente, visto che i numeri dicono che il centrale ha disputato solo la metà delle partite utili da che indossa la casacca giallorossa.
A tessere le fila dei discorsi fino a oggi effettuati ci pensa Il Corriere dello Sport in edicola stamane:


Il caso Juan. Perché è inutile girarci intorno, tale è la situazione del difensore brasiliano. Basta un numero per rendersene conto: da quando è sbarcato alla Roma, tre anni fa, acquistato dal Bayer Leverkusen per sei milioni e trecentomila euro grazie a una clausola inserita nel suo contratto con il club tedesco, il centrale brasiliano dalla Roma è stato utilizzato in 67 partite delle 125 ufficiali disputate, con una percentuale di poco superiore al cinquanta per cento, in pratica una volta su due. Ricordando che arrivò a Roma come sostituto di Chivu il quale a sua volta era stato accusato di essere troppo fragile fisicamente, è una percentuale che non può che generare qualche legittimo interrogativo. Soprattutto pensando pure come, nell’agosto del 2008, Juan abbia firmato un nuovo contratto con la società giallorossa sino al 30 giugno del 2013 con un ingaggio oltre il tetto salariale (due milioni e mezzo netti all’anno) grazie a una serie di premi praticamente garantiti.
E’ chiaro che questi numeri hanno dato spazio a malumori, chiacchiere, battute del tipo Juan con la Roma si allena per le partite del Brasile. Anche perché si sta parlando, quando non è fermato da problemi fisici, di uno dei centrali difensivi migliori al mondo, un giocatore che il ct Dunga considera fondamentale nella costruzione del suo Brasile che vuole puntare a vincere il sesto titolo mondiale il prossimo anno in Sudafrica. Forse qualcuno penserà che stiamo dicendo uno sciocchezza ma il primo a stare male per questa situazione è lo stesso Juan che da qualche tempo fa casa-Trigoria-casa, cercando di isolarsi da tutto quello che si dice su di lui, puntando a un recupero che gli consenta di tornare in campo ai suoi livelli e con quella continuità che fin qui è stata la grande assente della sua avventura in giallorosso. Una continuità che, a dirla tutta, non ha più avuto neppure con il Brasile visto che la sua ultima apparizione con la maglia della Selecao è datata 21 giugno scorso, sfida con l’Italia alla Confederation Cup, poco più di 20’ in campo, poi la richiesta del cambio per un nuovo malanno muscolare. Dopo quella partita ci sono state altre quattro convocazioni di Dunga, a due di queste il giocatore non ha risposto (d’accordo con il Brasile), nelle altre due è andato chiedendo prò di non essere utilizzato.
Il peggioramento della situazione ha anche una data abbastanza precisa: undici marzo di quest’anno quando all’Olimpico si giocò il ritorno degli ottavi di finale di Champions League tra Roma e Arsenal. Juan titolare, Juan che quasi subito fa segno di avere un problema muscolare, Juan che viene rimandato in campo, Juan che segna il gol che sarebbe stato della grande illusione, Juan che già nel corso del primo tempo è costretto ad alzare bandiera bianca. Da allora è stato un continuo di alti e bassi, anzi quasi solo bassi, visto che prima Spalletti e poi Ranieri lo hanno avuto a disposizione poche volte. La Roma, lo staff tecnico, quello sanitario e lo stesso giocatore, ora sono impegnati a centrare l’obiettivo del pieno recupero fisico e psicologico del giocatore. Perché solo così la squadra giallorossa potrà tornare a poter contare su un giocatore che quando c’è si vede e si sente.


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