Calciopoli – Nuove intercettazioni, Tronchetti Provera: “Strumentalizzazioni”

di Redazione 1


 Marco Tronchetti Provera non si esime dall’ingrato compito di commentare le recenti intercettazioni che coinvolgono in maniera diretta anche la società nerazzurra. Il Presidente di Pirelli & C. S.p.A. si è pronunciato a corollario di un convegno organizzato da Confindustria e ha ribadito a chiare lettere che per lui, tutta questa vicenda, non è altro che strumentale.
Strumentalizzazione del nulla e questo, non le ipotetiche rivelazioni, è estremamente grave. Io credo che in questi giorni non sia emerso niente: cosa c’è? Solo un’intervista di Moratti del 2006 che dice con chiarezza quello che avveniva e che oggi si cerca di ribaltare per trasformare in illegale qualcosa che di illegale non ha nulla“.


Commenti (1)

  1. L’avvocato dellarbitro De Santis rivela: «Borrelli ignorò gli atti del processo Telecom. Tavaroli e Cipriani dissero sotto giuramento che fu l’Inter a ordinare le indagini su De Santis, Ceniccola, Fabiani e Bergamo

    TORINO, 7 aprile – Le nuove intercettazioni di calciopoli, quelle ignorate dagli inquirenti ed emerse in questi giorni grazie al lavoro della difesa di Luciano Moggi, hanno ricordato a Silvia Morescanti un’altra vicenda in cui degli atti processuali vennero ignorati da chi doveva indagare per la giustizia sportiva. Avvocato romano, difensore, fra gli altri, dell’ex arbitro Massimo De Santis, la Morescanti ha una storia da (ri)raccontare in questi giorni di nuova luce su vecchie vicende. «Il fatto che molte intercettazioni siano state escluse dall’inchiesta fa indubbiamente pensare. Più o meno come pensai quando mi accorsi che l’ufficio indagini della Figc era in possesso di atti processuali nei quali si diceva che molti arbitri furono pedinati per ordine di Moratti e da quegli atti non nacque nulla».

    Ci spieghi meglio.
    «Si tratta di documenti che arrivarono a Francesco Saverio Borrelli nell’aprile del 2007 quando il pm era a capo dell’ufficio indagini della Figc. Erano atti del processo Telecom che la Procura di Milano aveva trasmesso a Borrelli. Lo venni a sapere quando, quegli stessi documenti, li richiesi e in seguito li acquisii io stessa, che in quel processo rappresentavo molti degli ex arbitri pedinati ».

    Pedinati da chi?
    «Secondo quanto deposto dagli allora indagati ora imputati Giuliano Tavaroli ed Emanuele Cipriani fu lo stesso Massimo Moratti a ordinare il pedinamento di una serie di arbitri, assistenti e dirigenti fra cui De Santis e Ceniccola, l’ex designatore Bergamo, l’ex dg del Messina Fabiani. Secondo quanto riportato negli atti, il patron interista chiese di verificare i movimenti degli arbitri, sospettando che ci fosse qualcuno o qualcosa che poteva controllarli o che, in qualche modo, potesse danneggiare l’Inter».

    E questi controlli come avvennero?
    «Attraverso pedinamenti, controlli dei conti bancari e dei tabulati telefonici. In pratica venivano verificate tutte le telefonate partite o arrivate alle utenze dei “pedinati” per capire con chi parlavano. E chi pedinava, per evitare di essere intercettato a sua volta, faceva uso di schede telefoniche svizzere».

    Chi pagò quelle indagini?
    «Secondo quanto affermato da Tavaroli e da Cipriani le fatture furono saldate dalla Pirelli, perché Moratti e l’Inter non dovevano assolutamente comparire».

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