Borriello a Giorgio Rossi: un gesto rispettoso ed elegante

 Dal Romanista:

La Roma scende dal pullman. Fa freddo, all’Olimpico ci sono ancora pochi tifosi. È piena solo la Sud, si canta contro la Lazio. Un anziano signore indossa il giacchetto, mette il berretto e si avvia, come fa da sempre, verso lo spogliatoio. Un ragazzo, poco più avanti a lui, si ferma. Lo guarda. Sorride. Gli porge il braccio. Il signore accetta. E così, insieme, entrano nello stadio. Il signore è Giorgio Rossi, il ragazzo è Marco Borriello. Tra i due c’è più di mezzo secolo di differenza, annullato (o omaggiato) da un gesto tanto spontaneo quanto elegante. Eccola, la Roma. Eccola, la storia. Pure quando non è fatta da padri e figli, ma da massaggiatori e giocatori. La storia della Roma racconta questo. Il chiacchiericcio, invece, si diverte a raccontare tutt’altro. Di un gruppo che non c’è, di clan, di tutti contro tutti. Peccato che poi, nella vita succede quasi sempre, sia il caso di fare i conti con la realtà. Fatti, li chiamerebbe qualcuno. E i fatti sono quelli che vedono tutta la squadra sommergere Totti dopo il gol tanto atteso, abbracciare Juan disperato dopo gli errori di Genova, fare lo stesso con Pizarro di ritorno dal Cile, non lasciare mai solo Adriano. E non serve spiegare il perché.

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