Alemanno: “Che vinca il calcio”

di Redazione Commenta


 Ecco le dichiarazioni del sindaco di Roma Gianni Alemanno, a proposito del derby, a Radiouno:Speriamo di vedere una bella partita, che vinca il calcio”. Poi ha confessato di avere “una certa preoccuapazione, gli animi si scaldano. Noi stiamo molto attenti, se tutto va bene i siparietti che si vedono in giro per Roma sono fantastici”. In seguito commenta sulla minaccia all’aquila Olimpia: “Qualche voce fondata su questo era circolata, non credo abbiano mai fatto una cosa simile a un povero animale, ma stiamo attenti a non usarlo troppo questo povero animale. È opportuno che domani non ci sia, se no la Roma porta le lupe. Io tifo per tutte e due le squadre. È un’eresia, me ne rendo conto, ma quando le squadre vanno bene c’è un clima diverso in città. Quando una delle due va sotto comincio a preoccuparmi, c’è chi contesta. Mi auguro che Roma e Lazio vadano sempre meglio”. Infine, commenta a proposito degli stadi: “Condivido il progetto, bisogna patrimonializzare le società sportive – ha detto il sindaco -. Sposo i due progetti, poi vedremo dove metterli. Ma la Sensi tra poco lascerà lo scettro, Lotito non ha mai presentato ufficialmente il progetto. Vedremo”. Sulla tessera del tifoso: “una cosa un pò burocratica e repressiva. Confesso di essere un pò perplesso, l’ho detto anche a Maroni. Mi sembra un provvedimento che crea problemi alle persone normali, oneste, e non a chi si comporta scorrettamente. Non so qual è l’alternativa, almeno Maroni ci ha provato. L’ho detto anche ai tifosi, se non va bene pensate a una cosa alternativa. A me sembra una cosa un pò burocratica, repessiva, che non garantisce niente dal punto di vista della violenza”.

Francesco Rutelli è più netto: “Vincerà la Lazio. Con mia moglie Barbara sono giorni di tregenda, lei è una romanista vera. Tra i suoi antentati c’è un finanziatore del campo di Testaccio. I figli, invece, sono equamente divisi: due e due. Condividendo la preoccupazione per l’incolumità di Olimpia («in un bar uno mi ha detto: ‘Senti Rutè, nun ce fate vedè quell’aquila perchè gl’e sparamò»).


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