A.S. Roma: Francesco Angelini ha il profilo del Presidente?

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Interessante articolo tratto da Il Romanista che azzarda un’analisi facciale per capire se Francesco Angelini abbia il profilo adatto a un Presidente.
La curiosità? Tra lui e Franco Sensi, più di una somiglianza.
Testuale:


L’università dell’Ontario in Canada, la rivista New Scientist e altre centri simili che all’epoca non avevano molto da fare, predissero l’elezione di Obama a presidente degli Stati Uniti soltanto per un particolare: la faccia. Yes we can nasce dietro le orecchione da Dumbo ma non troppo dell’uomo più fico del XXI secolo. Il primo nero alla Casa bianca ha fatto tutti daltonici, tutti convinti che lui yes, we cane così ha potuto veramente. Non c’è molta differenza con Totò: signore si nasce e io lo nacqui. E’ un po’ anche Amleto: “Così accade per certi uomini che per un neo…”. Tu guardi Dino Viola e capisci quello che è stato anche se non sai chi è, tu guardi Dino Viola e capisci nuovamente quello che sarebbe diventato anche se sai chi è. Il cipiglio e il piglio, tutta la faccia, anche vista di fronte, era un profilo: era stata modellata per stagliarsi su Roma. Sentivi la ruvidità dell’Alta Toscana, sopracciglie che aggrottavano in violese. Viola aveva la faccia viola. E Italo Foschi quella dell’Italo medio secondo la gerarchia fascista. Italo Foschi il destino brillante (di prefetto, commissario, lottatore di greca-romana) ce l’aveva tra i capelli. Tirati, bagnati, accompagnati da occhialetti senza stecche perché uno così il mondo lo regge da solo, oppure fa molto di più: il primo presidente della Roma. Era un gerarca dal cuore buono, un moro nato a Corropoli che sembra il paese di un’avventura di Paperino: morì d’infarto dopo la guerra, non per la guerra, ma per un gol subito dalla Roma a Genova. Pure lui sta sempre immortalato di profilo: la sua faccia tirata era in posa per una fine simile. Tragica ed elegante, romantica eppure così casalinga. Quella del Conte Marini Dettina è persino sfacciata come faccia: c’era scritto tutto al primo sguardo. Sembrava Clark Gable ma senza la nostalgia del futuro del “domani è un altro giorno”: lui in poco tempo ha dilapidato tutto per la Roma, speso tanto, vinto niente. Clark Gable era su uno degli aerei che bombardarono San Lorenzo, cuore romanista di questa città, Marini Dettina quando la lasciò sentì quasi lo stesso peso: un volo su niente. Naif, generoso e sfortunato è stato Gaetano Anzalone, il presidente Anni 70 che ha avvicinato la Roma alla modernità (Trigoria e lupetti): ha introdotto la Nouvelle Vauguedegli Anni 80. E infatti somigliava a Francois Truffaut. Franco Evangelisti aveva le rughe neorealiste di chi nasce o vive ad Alatri, come Cesare Zavattini. Renato Sacerdoti era un mix tra Spadolini e Napolitano e infatti è stato il presidente più solido. Franco Sensi aveva la rotondità di Roma e un sapore napoleonico e infatti s’è scagliato contro l’Ancien Regime. Francesco Angelini ha la stessa rotondità romana e romanista dei Sensi, di Fabrizi, del Colosseo, ma anche nello sguardo e, soprattutto, nei capelli, il taglio del profilo di chi ha intenzione di fare la rivoluzione. Due forme geometriche in una, potrebbe essere la faccia dell’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci. Soltanto che fare il presidente della Roma è molto più importante. Alla Sapienza continuano a studiarlo l’uomo di Vitruvio: dovrebbero cominciare a fare altre ipotesi di lavoro.


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