Roma-Shakthar: storia di un’umiliazione

di Redazione Commenta


 Dal Romanista:

«Tirate fuori le palle!». Ma ce l’hanno le palle i giocatori della Roma? Anche l’ultimo straordinario coro della Sud rischia di rimanere inascoltato. Non basta quella camminata a testa china sotto la curva a dimostrare di avercele. E’ stato un gesto doveroso, una camminata finalmente umile a rendere omaggio all’unica cosa bella che ha questa Roma, che ha sempre avuto Roma: la sua gente che ieri ristava lì, rossa, pronta, convinta, innamorata, commossa nel ricordo di chi non c’era più, così piena di vita. Stavolta davanti a tutto questo non può bastare nemmeno chiedere scusa. Non basta mondarsi le colpe prendendosi un bagno di fischi, non servono questi gesti che più che grandi rischiano di passare per teatrali. Una grande ultima performance senza seguito, senza che nemmeno poi lo show must go on, tanto per familiarizzare con l’inglese. Somigliano tanto all’1-0 di ieri della Roma, un gol che “non ti pare vero”, un qualcosa di estemporaneo, un picco emotivo, una casualità, quasi un’isteria che ti fa perdere la testa in quaranta secondi, propria di chi non ha costrutto, non ha centro, non sa dove vuole andare: non ha mai voluto essere felice. Che sia una presa di coscienza quella camminata verso i fischi occhi a terra lo devono dimostrare i signori giocatori della Roma da adesso in poi. Perché la Roma deve ancora giocare, perché c’è un campionato da onorare, c’è un derby da vincere, c’è una Coppa Italia da vincere, c’è la dignità da andarsi a prendere.


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