“Tutti zitti, il campo dà ragione a me”

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 Francesco Totti torna a scrivere sulla sua rubrica per il Corriere dello Sport. Il capitano affronta i diversi temi del campionato. Vi riportiamo l’articolo integrale:

“Riprendo la rubrica con il Corriere dello Sport-Stadio anche quest’an­no, come ormai è consuetudine. A 33 anni affronto il mio diciottesi­mo campionato. Era cominciato in maniera abbastanza negativa per noi, ma stiamo cercando di rimetterci in carreggiata. Siamo partiti con Spallet­ti e dopo due giornate è arrivato Ra­nieri. In questo periodo sono state dette tante cose, sono girate troppe voci, si è spesso sparlato e soprattutto qual­cuno ha parlato di cose che non sa. Sul mio conto e non solo. Ma io personal­mente so come sono fatto, sono una persona trasparente e leale e nel cal­cio l’unica arma che ho a disposizione è quella di rispondere sul campo. Le prestazioni e i numeri parlano chiaro. Ma sfido chiunque a poter so- stenere che nella mia carriera, sia in pubblico che in privato, io abbia par­lato male di un dirigente, di un allena­tore, di un collega. Qualsiasi cosa avessi avuto da dire a qualcuno, l’ho sempre fatto direttamente con l’inte­ressato e questo anche i giornalisti che mi conoscono e che frequentano Tri­goria possono confermarlo.Non seguo certe trasmissioni, ma in questo periodo mi è capitato di veder­ne una casualmente e mi sono stati ri­portati i contenuti di altre. Ci sono persone che davanti a un bicchiere di vino o a un piatto di pasta hanno espresso giudizi negativi sul mio con­to. Non ci voglio credere, ma se qual­cuno ha da muovermi qualche critica sa dove trovarmi. Anche alcuni ope­ratori dell’informazione – ed escludo quelli che mi conoscono e che quoti­dianamente frequentano Trigoria ­hanno detto cose inesatte. Ma questo fa parte del gioco e alcuni di loro han­no costruito la loro professione sul po­ter parlare male di Totti. Certe perso­ne dovrebbero ringraziarmi e sperare che io giochi il più a lungo possibile, così potranno continuare a fare il loro lavoro. Se a qualcuno di questi com­mentatori si chiedesse dove si trovi Trigoria e come è fatta, probabilmen­te non saprebbe rispondere. Se la ri­cordano ai tempi di Viola, ma è passa­to tanto tempo. A volte mi capita di in­contrarli, io posso guardarli negli oc­chi, mentre loro spesso abbassano lo sguardo, o tutt’al più mi chiedono una maglia. E adesso un altro argomento che mi sta a cuore. All’interno della società mi sono sempre imposto di avere ri­spetto delle persone che lavorano, quindi il mio confronto con i direttori Bruno Conti e Daniele Pradè avviene giornalmente su tutte le problemati­che. Questo non vuol dire che qualcu­no abbia comprato i miei silenzi. Tut­t’altro, ci sono momenti in cui è cor­retto parlare pubblicamente, ed altri invece in cui conviene fare le proprie valutazioni all’interno di certe stanze. Una cosa che mi manca terribilmen­te è la presenza dei nostri tifosi in tra­sferta. Vedere la curva chiusa per il divieto è una cosa che mi rattrista. Spesso in passato attraverso il soste­gno dei nostri tifosi siamo riusciti ad avere quella carica in più che ci ha permesso di ribaltare situazioni nega­tive sul campo. Spero di ritrovare al più presto la nostra curva, la mia cur­va. Anche in trasferta. Questo è un campionato che rispec­chia il momento del calcio mondiale, molto fisico e meno tecnico, un calcio nel quale le squadre sono tutte corte e corrono, quindi anche le formazioni meno dotate dal punto di vista tecnico possono impensierire le cosiddette grandi. Credo che attualmente in Italia il miglior calcio lo giochino Udinese e Genoa, dal punto di vista dello spetta­colo in Europa il top è il Barcellona. Vedere al comando della classifica la Samp fa un certo effetto, ma chiara­mente le squadre che non hanno le competizioni europee sono avvantag­giate. Un pensiero particolare va a Carlo Ancelotti, che dopo aver vinto tanto in Italia ha portato all’estero il suo metodo di lavoro, basato non solo sui sistemi tecnico- tattici, ma anche sul grande rapporto che ha con i cal­ciatori, e credo che i miei colleghi del Chelsea abbiano già apprezzato le sue doti. Tra le squadre che lottano per la salvezza mi ha colpito molto il Chievo, una squadra ben organizzata, ma ci sono anche altre realtà, come il Bari e il Cagliari, che dimostrano di avere un sistema di gioco collaudato. L’ultima partita è stata la fotografia di quello che vuole Ranieri: andare in campo per lottare, correre, impegnar­si e solo dopo il fischio finale si tirano le somme. Andare in svantaggio in ca­sa e ribaltare il risultato con il Napoli è stata un’impresa, abbiamo dimostra­to di essere un gruppo unito, ognuno è pronto ad aiutare l’altro. Mi ha fatto molto piacere avere eguagliato il re­cord di Batistuta, ma bisogna guarda­re avanti, personalmente ponendomi obiettivi sempre più importanti, anche a lunga scadenza, cercando di arriva­re a fare gol anche nel nuovo stadio della Roma. Ma soprattutto per la squadra, pensando già alla partita di Milano. Cercherò di recuperare da questo infortunio al più presto, anche se mi sono preso un grosso spavento. Alla ripresa ci aspetta un altro tour di force che ci dirà quanto vale la Roma”.


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