Il derby alla Roma, la gioia di Riise e Perrotta

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 Da Il Romanista:

In cielo, nuvole e pioggia. Nello spogliatoio, sole e temperature estive. Il post partita dei “pentacampeon” è un incanto: in un colpo solo, anzi due per essere precisi, la Roma si scrolla di dosso le paure i capricci di una stagione schizofrenica e conquista, fra campionato scorso e coppa Italia, il suo quinto derby consecutivo. I giocatori escono alla spicciolata ma hanno voglia parlare. Il primo sorriso arriva da Riise: «Abbiamo giocato un’ottima partita, aggressivi, lucidi e siamo contenti per i nostri sostenitori. Dobbiamo continuare così perché stiamo facendo bene con Montella. Era una gara molto importante, dovevamo essere aggressivi e lucidi. E’ evidente che corriamo di più e lavoriamo tutti insieme. Ora pensiamo a domenica contro la Fiorentina ».

Finalmente, per il norvegese, una prestazione in linea con la sue potenzialità. Un match vissuto con grande concentrazione e agonismo: «Mi piace giocare i derby, è la partita perfetta per me. Adesso voglio continuare così». Immancabile un pensiero per Totti, l’uomo partita: «C’è solo un capitano. Un ragazzo e un giocatore incredibile, negli spogliatoi parla sempre e quando gioco con lui mi sento bene». Sfiancato ma soddisfatto Perrotta: «E’ stata una sfida bellissima, un derby vero. Agonisticamente molto intenso, siamo stati compatti e determinati». Un 2-0 fortemente voluto e preparato con nei minimi dettagli: «Prima di scendere in campo volevamo vincerla a tutti costi anche se l’importante era non perderla. Abbiamo giocato con grande attenzione e accortezza anche perché loro sono una formazione che riparte bene». «Che la Roma è più forte – aggiunge il centrocampista – è un dato di fatto. A mio parere non c’è confronto anche se la stracittadina è sempre una partita particolare. Loro hanno una specie di fobia per paura di perderli tutti. Affronteranno una settimana molto pesante». Teste e muscoli, due fattori determinanti per la rinascita romanista: «Stiamo salendo un tantino sotto il profilo atletico ma è l’atteggiamento mentale che fa la differenza. Siamo più corti rispetto al passato. Prima si facevano corse più lunghe e meno brillantezza».


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