Roma, devi fermare Pastore!

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Da lasignoraingiallorosso.it:

 Menez-Pastore, Pastore-Menez: la partita tra Palermo e Roma è stata ricondotta a questa antinomia da parte di quasi tutti gli organi di stampa, che hanno circoscritto la sfida di domenica ad un duello epico-mitologico tra due folletti indiavolati, due giovani simboli del calcio italiano, pur non essendo affatto italiani. Anzi, magari lo fossero… Tralasciando inutili rimpianti patriottici è interessante cercare di capire chi tra i due fantasisti possa davvero fare la differenza, con un gol o con un virtuosismo. La qualità è certamente una dote insita in entrambi, come ha sottolineato Claudio Ranieri nella conferenza stampa di ieri. Zamparini ha dichiarato che Menez è un grande calciatore ma in lui non vede le stigmati del fenomeno; queste caratteristiche le nota in Pastore, che è davvero il suo pupillo, tanto che dopo ogni esaltante prestazione del ragazzo argentino ha liquidato qualsiasi presunto interesse di squadre europee facendo lievitare alle stelle il costo del cartellino. Delio Rossi, allenatore del Palermo, ha sottolineato quanto sia importante la differenza di età tra i due calciatori: l’ex Lazio si tiene stretto Pastore,  nonostante abbia fatto intendere il suo apprezzamento per Menez. L’ex direttore generale del Napoli Pierpaolo Marino, famoso esperto di calcio internazionale, ha espresso la sua preferenza: senza dubbio Pastore, che “è un calciatore unico, mentre di Menez se ne possono trovare tanti”. Invece Zvonimir Boban, ex stella del Milan, valuta la sfida in maniera più ampia: “Pastore è il nuovo Zidane. E’ un talento unico: il suo futuro è da regista offensivo. Menez è inarrestabile, ma deve trovare continuità. Quando parte palla al piede sembra Cristiano Ronaldo, ma più elegante”.
Il percorso di Pastore è stato quello di tanti giocatori talentuosi ed oggi è uno deibaby che più fanno gola ai blasonati club internazionali. E’ considerato uno dei più forti della sua annata, il 1989; è stato inoltre inserito dall’Uefa nel magazine ufficiale Champions tra i Sette magnifici giocatori di maggior prospettiva nel mondo dal semestrale Champions.

Javier Matias Pastore è nato a Cordoba, in Argentina, il 20 giugno 1989 da genitori di origini italiane. Comincia a farsi le ossa nelle giovanili del Talleres de Cordoba, che militava nel 2007/2008 in Primera B Nacional (la seconda divisione argentina). Il ragazzo disputa, a soli 18 anni, 5 partite e si mette decisamente in mostra; infatti viene acquistato, nei primi mesi del 2008, dall’Huracan per 500.000 dollari. Il presidente del club, Carlos Babington, si era innamorato calcisticamente del calciatore vedendolo giocare una partita col Talleres e lo volle subito comprare; si rese conto di non avere abbastanza liquidità e si fece aiutare da una holding  argentina (una società finanziaria che possiede azioni di altre società, in modo da poterne controllare la gestione)  che acquistò il 55% del cartellino del giocatore per 200.000 dollari.
Javier esordisce in prima squadra nella partita persa 1-0 dall’Hurracan contro il River Plate, nello stadio Monumental di Buenos Aires, il 24 maggio 2008.
Entra a far parte in pianta stabile nella prima squadra nel torneo di Clausura 2009 e, grazie alle sue qualità straripanti ed alla comprensibile fiducia che lo staff ripone in lui, realizza nell’intero semestre 8 reti e 4 assist decisivi.
Il 9 giugno 2009 l’Hurracan acquista il 10% del cartellino di Pastore che precedentemente apparteneva al suo procuratore Marcelo Simonian ed alla succitata holding. La squadra arriva seconda in campionato perdendo il match decisivo contro il Velez Sarsfield; il ragazzo, chiamato da tutti “El Flaco” (il magro), è il capocannoniere dell’Hurracan con 7 reti. Nel campionato argentino segna 3 doppiette contro Lanus, River Plate e Rosario Central (contro quest’ultima squadra prese una traversa e non fece la tripletta); in tutta la carriera coll’Hurracan gioca 31 partite e segna 8 gol.
Viene adocchiato dall’esperta dirigenza del Palermo, nell’estate di calciomercato del 2009, che lo acquista a giugno per la non poco esosa cifra di 6 milioni di euro, depositando negli uffici della Lega Nazionale Professionisti un contratto di 600 mila euro a stagione fino al 2014; il calciatore, fino a luglio, ha dovuto adempiere ai suoi doveri agonistici di calciatore all’Hurracan e per questo motivo il Palermo non ha potuto immediatamente ufficializzare il suo acquisto.
Pastore sceglie di indossare la maglia numero 6 e debutta coi siciliani nel Terzo Turno di Coppa Italia contro la Spal (4-2), il 15 agosto 2009; esordisce in serie A 8 giorni dopo contro il Napoli (2-1). Entrambe le partite le gioca da titolare ma all’inizio rende gli osservatori un po’ scettici a causa delle sue difficoltà di ambientamento, peraltro legittime, al calcio italiano. E’ un calciatore dalla tecnica sopraffina ma forse troppo esile, troppo fragile per un campionato così rude: Pastore è alto 187 cm e pesa 78 kg.
Comincia a far ricredere i tifosi ed i critici a partire dalla partita vinta contro la Juventus, il 4 ottobre, nella quale propizia il gol di Edinson Cavani con un assist. Il 30 gennaio 2010 segna il suo primo gol in campionato contro il Bari, con uno splendido tiro a giro di sinistro all’interno dell’area di rigore. Con Walter Zenga, allenatore del Palermo fino al 22 novembre 2009, gioca con poca continuità e spesso viene impiegato da esterno sinistro, che non è mai stato il suo ruolo preferito. Con l’arrivo di Delio Rossi, uno zemaniano doc, si posiziona in una zona più consona alle sue doti: la trequarti di campo.
Spodesta dal ruolo di mezzapunta titolare Fabio Simplicio e segna altre due reti contro Genoa e Chievo: disputa 34 partite in campionato e 3 in Coppa Italia.
Nella stagione 2010/2011 cambia numero di maglia, scegliendo il 27: questo numero non è casuale, poiché è il preferito di sua madre Patricia. Il ragazzo aumenta la sua massa muscolare di tre chili, avendo compreso che per sfondare in Italia ed in Europa occorre un fisico poderoso. Esordisce nelle competizioni europee giocando gli spareggi di Europa League contro gli sloveni del Maribor, a cui segna anche un gol: da quella squadra il Palermo acquisterà con lungimiranza due ottimi elementi come Bacinovic ed Ilicic, che fino ad ora stanno facendo le fortune dei rosanero. Pastore si consacra come uno dei fantasisti più determinanti ed apprezzati in circolazione: ad oggi ha giocato 13 partite in campionato condite da ben 7 gol contro Brescia, Juventus, Fiorentina, Bologna e Catania (contro cui ha segnato una tripletta realizzando un record, giacché diventa il secondo calciatore straniero del Palermo a siglare 3 gol in una partita di serie A, dopo Čestmír Vycpálek che segnò 3 gol il 23 ottobre 1949 proprio alla Roma).
In Nazionale la sua carriera è stata altrettanto rapida: viene convocato nel febbraio 2009 dalla selezione Under-20 argentina per disputare il campionato sudamericano di calcio Under-20, ma l’Hurracan non gli permette di giocare. Dal dicembre 2009 viene convocato da Maradona nella Selección e, addirittura, gioca tre partite al Mondiale in Sudafrica nel 2010. Se non si considera un’amichevole non ufficiale contro la Catalogna, non ha ancora segnato un gol nella Nazionale maggiore.

Stasera Pastore cercherà di illuminare il gioco del Palermo, supportato da Ilicic e Miccoli. Javier è rapido, svaria su tutto il fronte d’attacco, durante le partite riesce ad incrementare esponenzialmente la sua velocità senza accumulare il fastidioso acido lattico, è capace di andare in elevazione per colpire di testa, è in grado di fornire passaggi pregevoli ai compagni, nell’uno contro uno è devastantee possiede una qualità balistica non indifferente. Pur non essendo un centravanti o un bomber di razza ha buona confidenza con la porta avversaria e ha imparato ad affrontare i duri contrasti tipici della serie A. Tutto ciò è Javier Pastore, un calciatore di puro talento.


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