Perché è stato negato il rigore alla Roma e a Zalewski contro il Lecce

di Daniele Pace Commenta

Alcuni chiarimenti sull'intervento da moviola che ha fatto tanto discutere in questi giorni


Non si placano le polemiche arbitrali per la sfida tra Lecce e Roma di lunedì scorso, visto che ancora oggi tanti tifosi giallorossi si chiedono perché sia stato negato il rigore alla squadra di De Rossi e a Zalewski contro i pugliesi. Partita giocata male dagli ospiti, ma ciò non toglie che l’episodio in questione avrebbe potuto cambiare gli equilibri e l’inerzia del match.

Zalewski

Capiamo perché sia stato negato il rigore alla Roma e a Zalewski nella partita di lunedì scorso contro il Lecce

A tal proposito, è interessante l’analisi dell’episodio di Massimo Dotto, esperto di questioni arbitrali, all’interno del gruppo Facebook “Regolamento del giuoco del calcio e casistica”. Queste le motivazioni che, a suo dire, avrebbero indotto arbitro e VAR a non decretare la massima punizione per la Roma:

“Per mia conoscenza, il contatto dopo spossessamento/tiro, per direttiva dell’OT di Serie A e B viene di norma punito (soprattutto?) se imprudente (non troverete nulla di scritto, ma le parole espresse in Open Var dovrebbero essere sufficiente indizio per farvi capire che quanto mi è stato detto sia fondato). Io non concordo con questa visione, dato che a mio avviso il regolamento non fa e non dovrebbe far differenza in caso di pallone ancora da calciare o già calciato o azione virtualmente “finita” con pallone comunque ancora in gioco.

Anche perché, se la lettura dell’imprudenza fosse realmente quella che guida tali decisioni, avremmo assistito in passato a molte decisioni contrarie che punivano (giustamente IMHO) interventi negligenti indipendentemente dallo “stato dell’azione”.

Nel caso specifico il movimento dell’attaccante è trasversale rispetto a quello del portiere e del difendente. L’attaccante quindi prima arriva a contatto con il difendente in modo “leggero” (primo cerchio rosso) e poi col portiere (secondo cerchio), ma questo ultimo, al momento del contatto, ha poco/nullo spostamento orizzontale poiché il “grosso” della forza si è scaricata tra portiere e difendente.

Alla luce di ciò, la dinamica suggerisce uno scontro di gioco in cui il portiere scarica la potenziale negligenza in un movimento verso il compagno, e poi, per dinamica, frana sopra sull’attaccante che, nel frattempo, si è inserito tra i due. Corretto a mio avviso lasciar correre. L’arrivo in extremis di tutti e tre non mi fa avere una chiara percezione di negligenza da parte di alcuno, proprio per l’incrocio delle traiettorie e lo scarico delle forze”.

Insomma, dopo l’intervento ad Open VAR di DAZN da parte dell’AIA, altro contributo sul controverso caso di Zalewski a Lecce.


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