Quasi manca la capacità di coordinare i movimenti delle mani sulla tastiera. Una delusione del genere, chi se l’aspettava. Una mazzata di questo tipo 4-1 non era proprio immaginabile. D’accordo i tanti infortunati, le voci della società, ma c’è modo e modo di perdere. Stasera tutti hanno fatto letteralmente pena, dopo un discreto primo tempo coinciso però con il gol iniziale di Vargas, la Roma si è sbracata, lasciando il fianco al contropiede viola che al 2′ della ripresa ha colpito con Gilardino di testa dimenticato da Cassetti. Poi è stato un suicidio, Pizarro perde la testa e si fa cacciare, Gila si libera ancora di Cassetti e segna il 3-0.
Quindi è stata la volta di Gobbi appena entrato in campo per una umiliazione vera e propria. Il gol della bandiera di Baptista non serve ad alleviare il dolore per una sconfitta che vale l’addio alla Champions, ed ora anche l’Uefa a rishcio. Adesso, basta parlare, noi romanisti vogliamo i fatti. Chi non se la sente di restare può farsi da parte, dal primo all’ultimo senza distinzione, prestazioni così non meritano nemmeno il nostro affetto. Una partita sbagliata fin dall’inizio, Spalletti sul banco degli imputati nelle scelte fatte, preferendo Cassetti e Diamoutene che è un centrale, non ha rischiato D’Alessandro dal 1′ per presentare un Taddei assolutamente lontano dalla forma migliore. Poi ci si è messa anche la sfortuna, la Roma nel primo tempo ha tirato fuori gli artigli, ma non è mai riuscita a impegnare Frey, con Brighi impreciso per due volte, e Taddei.
I buoni propositi sono stati spazzati via al 2′ con il colpo di testa di Gilardino dimenticato da Cassetti. Pizarro appena ammonito si è fatto cacciare, Baptista si è visto respingere un tiro sulla linea, mentre Cassetti ha colpito la traversa. Però Gilardino ha dimostrato tutta la sua classe ed ha segnato il 3-0. La Roma non riuscita a limitare nemmeno i danni, quando perde rimedia sermpre scoppole, 0-4 con l’Inter, 1-4 con la Juve segno di una grave mnancanza di personalità. Il bel gol di Baptista è servito soltanto a rendere meno pesante il passivo.
