Rezart Taci: chi è

di Redazione 1


Il quotidiano spagnolo AS ha parlato di un presunto interessamento di Rezart Taçi (per’altro prontamente smentito) nei confronti della A.S. Roma. La cornice dell’indiscrezione è stata quella della gara amichevole tra F.C. Gramozi e Real Madrid disputata lo scorso 20 gennaio allo stadio Qemal Stafa per il terzo Trofeo “Trophy Taci Oil“. Dopo l’americano Casey Wasserman, dunque, altro imprenditore straniero associato al club capitolino. Resta solo da svelarne, per quel che si sa, la biografia. Ecco chi è Rezart Taçi. Il cui nome, da solo, è una veggenza: Rezart, infatti, significa raggio di sole.
CHI E’ REZART TACI.
Imprenditore albanese, classe 1971 (un gemelli, nasce il 6 giugno), nel campo petrolifero: sua, infatti, la compagnia Taçi Oil di cui è SEO dal 2002. L’azienda opera nel mercato locale da oltre sette anni, si sviluppa su un’area di 37 mila metri cubi complessivi dislocati in due aree strategiche e differenti (lungo la costa adriatica) e ha iniziato a guardare con enorme interesse al commercio oltre confine. Anche in tale ottica vanno lette le recenti mire calcistiche che hanno avvicinato l’albanese (nativo di Erseke) a più di una società italiana (prima il Bologna, poi il Milan, a ruota – prestando fede alle dichiarazioni di AS – la Roma). Taci ha alle spalle studi in giurisprudenza portati avanti proprio in Italia (tra Alessandria e Torino) a cavallo tra il 1991 e il 1997. Sposato e padre di un bambino, nel corso dei mesi recenti Taci si è fatto conoscere dalla stampa italiana per gli interessi professionali e le passioni personali.
PASSIONE E AFFARI. Tra un’intervista e l’altra, si è scoperto un personaggio ottimista, amante della bella musica (soprattutto se popolare napoletana o se cantata da Nino D’Angelo), poco propenso al contesto automobilistico e appassionato di calcio e scacchi. Proprio le ultime due passioni hanno spinto Taci a spendersi quale imprenditore in entrambi i contesti: in un colpo e a distanza di un periodo di tempo breve, è diventato Presidente della società calcistica albanese KS Gramozi Ersekë (prelevata congiuntamente con il padre, la squadra milita attualmente nella massima serie nazionale) e della Lega Scacchi d’Albania.
FATTI E MISFATTI. Di lui, una serie di informazioni tutte da ricostruire: si passa all’aggressione a un giornalista (per la quale lo stesso Taci si era reso prima latitante per poi costituirsi) alla vicenda che lo ha visto protagonista – lo scorso giugno – dell’affare volto alla privatizzazione della compagnia statale petrolifera albanese; dalla volontà di rilevare l’80 per cento delle quote del Bologna calcio all’improvvisa marcia indietro; da sodalizi personali e professionali con i massimi dirigenti del Milan (visto spesso in compagnia di Adriano Galliani, l’azienda è sposor del Milan Junior Camp) alle amicizie con Sali Berisha e Silvio Berlusconi; dalla nemmeno troppo velata dichiarazione d’amore nei confronti del Milan (“se Berlusconi volesse venderlo, io ci sono”) alla bellezza di quattro milioni di euro sborsati per ospitare la squadra rossonera in casa sua. Nell’Albania di cui è uno degli uomini più ricchi. La riconversione dell’Armo (antica raffineria statale) in azienda privata gli è costata quasi 200 milioni di dollari per i giacimenti che vanno da Durazzo a Scutari. L’uomo, non c’è che dire, i soldi li ha per davvero. Oltre al successo che riscuote per l’immagine da filantropo che ha saputo alimentare attraverso la costruzione di scuole, l’assunzione di centinaia di persone, la capacità di assicurare lavoro, una dichiarata sensibilità ambientale. L’ammirazione per Berlusconi va oltre l’amicizia: pare che il Presidente del Consiglio nostrano sia per Taci un vero e proprio mosello da cui imparare, da imitare. Per Igli Tare, connazionale di Taci, il leader dellla Taci Oil è “un galantuomo davvero serio“, eppure – oltre alle lodi – ad accompagnare la figura di Taci una serie di illazioni pesanti. Corruzione di giudici, riciclaggio di denaro in Kosovo e costruzione illecita delle sue stazioni di servizio su appezzamenti di terreno ceduti disinvoltamente da funzionari compiacenti. Mica roba da poco. Ma, in tal caso, lo sport c’entra poco o niente: si va a toccare il terreno della giustizia. Ma sarebbe tutt’altra storia.


Commenti (1)

  1. Taçi si è detto però estraneo alla questione, smentendo ogni possibile voce….mah vedremo

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