Calciopoli – Processo Napoli, Bergamo: “Telefonate necessarie, sono diventato il maghetto che faceva cene”

di Redazione Commenta


 Anche Paolo Bergamo, parte interessatissima del processo di Napoli chiamato a fare luce sugli illeciti sportivi commessi nel tempi del cosiddetto Calciopoli, ha rilasciato dichiarazioni spontanee al termine dell’udienza odierna.
NECESSARIO.I regolamenti non impedivano di avere rapporti con le società; tenere contatti significava capirne gli umori conoscere dettagli che gli arbitri non dicono. Era necessario per mettere poi gli stessi arbitri nelle condizioni di poter rendere al meglio. Per fare le griglie c’era un sorteggio regolare con le palline estratte da un giornalista che neanche si conosceva“.
IL MAGHETTO. Sono diventato quello che faceva le cene e poi si trasformava nel maghetto del sorteggio. Nel 2004/05 avevo già deciso che sarebbe stato l’ultimo anno e che avrei dato le dimissioni, cosa che ho fatto non senza scalpore. Solo per questo decisi con mia moglie che quando fossero venute a giocare a Livorno sia l’Inter che la Juve e il Milan, avremmo potuto organizzare delle cene con Facchetti, Galliani e Moggi, amici che conosco da 35 anni“.


FACCHETTI, GALLIANI, GIRAUDO.Così a gennaio telefonai a Facchetti che stette a cena da me. Lo stesso feci con Galliani ma lui il giorno prima della partita mi spiegò che, essendo candidato alla presidenza della Lega, la visita sarebbe potuta essere mal interpretata e declinò. A fine campionato, con la Juve già campione, chiamai Giraudo chiedendo se fosse un problema per lui la presenza di Innocenzo Mazzini. La cena ci fu con la mia casa circondata dai carabinieri ma i regolamenti non vietavano questo tipo di cene“.


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