Bergamo: “Non ricordo di aver avuto contatti con Sensi”

di Redazione Commenta


 Paolo Bergamo, ex designatore arbitrale, è intervenuto a Radio Power Station, sul suo coinvolgimento nel processo di Calciopoli. Ecco l’intervista completa:

Come va dopo l’udienza di Martedì? Quali sono le sue sensazioni?
“Sensazioni: finalmente dopo 4 anni è stato riconosciuto quello che dicevo da tempo. Cioè che il mio numero messomi a disposizione dalla Figc era conosciuto da tutte le dirigenze dei Club della serie A. E quindi io parlavo con tutti quelli che avevano necessità di parlare con me. È triste che ci siano voluti 4 anni per riconoscere questo”.
Ieri alla trasmissione di Italia Uno, Le Iene, si è parlato della famosa intercettazione tra lei è Giacinto Facchetti, compianto ex presidente dell’Inter. Ci può dire la verità su questa intercettazione?
“I fatti reali sono molto semplici: nella stagione 2004/2005 il campionato era carico di tensioni come ogni altro campionato del resto. Per l’Inter era una stagione molto difficile e nel girone di andata su 19 gare aveva fatto 13 pareggi. La squadra non aveva ancora un assetto tecnico definitivo. Quindi le telefonate con gli esponenti dell’Inter erano molto frequenti come quelle con altre società che avevano bisogno di tranquillità e chiarimenti. Per giunta non c’era niente di illegale e da nascondere. Erano telefonate soprattutto in prossimità di grandi match”.
Alla fine allora chi fece il nome di Collina durante la telefonata?
“Il nome di Collina l’abbiamo fatto tutti e due a dir la verità. Le premetto però che io non ho mai riascoltato le mie telefonate se non durante le trasmissioni televisive. Facchetti mi disse: “visto che è una partita difficile vorrei stare tranquillo. Gradirei Collina”. Mi è stato detto questo però perché nella griglia che avevo preparato il nome di Collina era immesso nella lista con altri tre internazionali. E per tranquillizzarlo io gli ho solo detto che quella era la griglia migliore che potessi fare e che Inter-Juventus sarebbe stata una partita garantita dall’arbitraggio di una fischietto internazionale”.
Una domanda che preme molto qui a Roma. Ha mai ricevuto telefonate dal Presidente Sensi e dai dirigenti della Roma simili a quelle fatte da Facchetti, Moggi e altri dirigenti del calcio?
“In quel periodo con il presidente Sensi che, ricordo sempre con grande affetto perchè è stato un uomo che al calcio ha dato molto non ho avuto contatti. Credo che non ci siano stati grandi necessità di sentirlo. Anche perché le sue condizioni di salute non erano buone. L’anno precedente, invece, l’avevo trascorso sentendomi spesso con Capello , nella sua ultima stagione da allenatore della Roma. Il mister quell’anno aveva avuto un brutto rapporto con gli arbitri ed io avevo un buon rapporto con lui visto che quando era giocatore io svolgevo la mia carriera da arbitro. Cercavo con Fabio, inoltre, di svolgere un lavoro di convincimento per fargli accettare con più disciplina gli errori arbitrali. Ma nel 2004/2005 non ricordo di aver avuto contatti con la Roma”.
Quindi nessun dirigente della Roma le ha chiesto di selezionare un arbitro rispetto ad un altro?
“Non me lo ricordo”.
Secondo lei perché il Col. Auricchio ha omesso le intercettazioni in cui lei parla con Facchetti dando invece maggior peso a quelle in cui con MoggiAggiungi un appuntamento per oggi gli veniva chiesto se aveva studiato per domenica?
“Traete voi le vostre conclusioni. Sicuramente volevano arrivare ad un obiettivo ben preciso. Altrimenti non si può pensare diversamente. Perché il teorema che è stato messo assieme è smentito dal fatto che come dimostrato ora, il mio telefono che non era mio ma della Federazione era a disposizione di tutti. Ed in più erano anni che dalla Figc ci veniva raccomandato di fare almeno due incontri all’anno con i capitani, i presidenti e gli arbitri. C’era la volontà di farci uscire dalla nostra campana di vetro. Dovevamo umanizzare i nostri rapporti in tutte le componenti del calcio. Il regolamento era questo ed ora che è cambiato non mi pare sia migliorato molto: quest’anno addirittura la Lega ha detto che vuole gestire direttamente lei gli arbitri, stabilendo quando e come punirli. In ogni caso ci sono state società come l’Inter che si sono lamentate anche quest’anno ed altre che hanno presentato dossier”.
Un’altra domanda. Lei ha detto che rifarebbe tutto quello che ha fatto, vale a dire contattare presidenti e dirigenti del calcio?
“Perché non dovrei rifarlo? I regolamenti al tempo non vietavano quello che facevo. Non era scorretto, scorretto lo pensate voi giornalisti. Non c’era niente di illecito e la conferma è data dal fatto che il Col. Auricchio a domanda dei miei avvocati durante l’udienza di martedì, ha risposto: “ Nessuna telefonata di Bergamo è stata ritenuta illecita”. Io parlavo con le società, sentivo le notizie di cui avevo bisogno e gli arbitri non ne sapevano niente. Inoltre, decidevo secondo le mie scelte tecniche di formare le griglie per la domenica”.
I legali di Moggi hanno presentato 74 nuove intercettazioni di cui 41 riguardanti Facchetti. Non c’è così rischio di disparità di trattamenti?
No non c’è disparità di trattamenti. Erroneamente si pensava che più telefonate con qualcun’uno fossero un privilegio. Significava che in quel momento c’era maggiore necessità di parlare con la dirigenza interista sia da parte loro che mia. Era un momento difficile per i nostri arbitri e per esempio, Palanca e Gabrieli erano a rischio stop e disintegrati nel morale. Io non mi concentrerei tanto sul numero delle telefonate bensì sui contenuto. E tengo a ribadire che questi contatti c’erano ed erano leciti e corretti”.
Secondo lei, il fatto che i dirigenti di squadre di calcio entrassero in contatto con i designatori arbitrali non è come se un imputato chiamasse il giudice il giorno prima dell’udienza per concordare una pena più lieve?
“È un paragone esagerato. Io ho fatto l’arbitro in serie A per 15 anni quindi credo di conoscere anche quali sono i rapporti tra le persone nel mondo del calcio. E dopo 30 anni ho ritrovato anche da designatore le stesse conoscenze. Lei non può pensare che certe confidenze fossero venute meno. Tutte deve essere riportato a quelli che sono i contenuti nei rapporti”.
È una domanda per far chiarezza da quanto scritto su tutti i giornali?
“I giornali non li scrivo io. I miei contatti e rapporti erano corretti. Vorrei ricordare non solo i giornali ma anche il male che ha fatto al calcio una trasmissione come “il processo del Lunedì’” che, non ha fatto altro che dare credito a illazioni che poi però si sono rivelate vere. Grazie a tutti ma ora ho degli impegni inderogabili e devo salutarvi”…


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