La classica degli anni ’80 Roma-Juventus verrà ricordata come la sfida dei grandi assenti, sette in chiave Juventus, ben 11 in quella giallorossa. Quanti ricordi vengono in mente, dal fatidico 10 Maggio 1981, data passata agli annali per quel gol di Turone annullato, e ventotto anni dopo ancora se ne parla: fu protagonista l’arbitro Bergamo che scatenò polemiche infinite.
Il presidente Viola disse: “Abbiamo perso lo scudetto per una questione di centimetri”. Tutti in disaccordo anche sulle moviole. Nel 2001 il direttore di gara disse: “Per me era gol, ma non potevo smentire il mio collaboratore”. La strepitosa rovesciata del 2-2 a Torino di Roberto Pruzzo al 90′ nel 1983. Ma non è ancora finita.
Andando avanti nel tempo, i gol di Nakata e Montella nell’anno dello scudetto del 2001. Il gesto dei quattro gol indicato da Francesco Totti, alla panchina della Juve, il 4 Febbraio 2004.
Per non parlare poi delle accuse di Zeman sul caso doping e farmaci, puntando l’indice in una intervista sui muscoli di Del Piero e Vialli. Infine vorremmo ricordare (anzi meglio sottolineare) lo sgarbo di Capello che nel febbraio del 2004 disse: “Io non andrei mai alla Juve per una scelta di vita” salvo poi firmare il contratto con i bianconeri il 27 Maggio.
Tutto questo è il passato, il presente ci dice che quella tra giallorossi e bianconeri è una sfida che vale molto per la Roma in chiave quarto posto, ultimo obiettivo rimasto di una stagione davvero sfortunata, mentre i bianconeri possono ancora alimentare speranze scudetto, e vogliono vincere per mettere pressione all’Inter.
Emergenza totale per i giallorossi, che saranno costretti a ricorrere all’uso di sei Primavera per la panchina, e qualcuno andrà anche in campo. Spalletti si appella ai tifosi, ed ai suoi chiede il cuore, lo stesso che consentì alla Roma di strappare quel 2-2 nel 2001 rimontando la doppietta iniziale di Zidane, che contribuì a diventare Campione d’Italia.
