Venditti, 50 anni di Roma: cominciò tutto il 20 marzo 1960

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Da Il Romanista:

Era il 20 marzo del 1960 quando un bambino di 11 anni andò per la prima volta all’Olimpico per vedere una partita della sua Roma che quel giorno giocava contro il Padova. Quel bambino era Antonello Venditti.
Antonello, sono passati 50 anni da quella data.
«Posso dirti che non l’ho mai dimenticata quella partita. (Antonello ha fatto riferimento alla gara del suo battesimo all’Olimpico anche nel suo libro “L’importante è che tu sia infelice”, Mondadori, 2009, ndr)».
È stata una grande emozione, immagino.
«Sì, beh, te lo lascio immaginare… però voglio precisare una cosa, quel Roma-Padova della stagione 1959/60 non è la prima partita che ho visto allo stadio in senso assoluto. Ma è la prima di cui conservo memoria diretta. Perché prima ci fu… un Roma- Sampdoria».
Puoi dirci qualcosa di più?
«Avevo cinque anni e mi portarono allo stadio, ma non potrei aggiungere altro (dovrebbe trattarsi di Roma-Sampdoria 3-1 del 2 maggio del 1954 conclusasi con le reti di Bettini, Ghiggia e l’autorete di Mialich, ndr).
Ti rileggo la formazione della Roma in quella gara con il Padova: Panetti, Griffith, Corsini, Giuliano, Losi, Guarnacci, Ghiggia, David, Orlando, Selmosson, Castellazzi. Allenatore Foni.
«Beh, non sono andato male direi. Ci sono autentici miti della storia della Roma. Il grandissimo Giacomino Losi, Guarnacci, Panetti, Orlando, Selmosson… ma a tutti sono rimasto legato da un grande affetto. Poi c’è una cosa simpatica, se posso dirla…»


Prego.
«Mi hai ricordato che giocava Guarnacci, beh, io in quel periodo vivevo a Via Zara 13… un giorno uscendo dal portone di casa mi trovo davanti proprio Guarnacci. Scoprii che abitava due piani sotto il mio. Curioso no?».
Un segno del destino direi.
«Comunque ci tengo a dire che il primo a portarmi allo stadio quando avevo 5 anni è stato mio zio Adalberto Sicardi, detto “l’Avvocato”. Ho raccontato e scritto molto su di lui, ed è stato lui ad “iniziarmi” come tifoso».
Tornando alla tua emozione di bambino… Quel 20 marzo 1960?
«Il ricordo più vivo non è quello della partita, da questo punto di vista… segnò Selmosson, il grande “Raggio di Luna”. Però quello che veramente mi torna alla mente sono io bambino che salgo le scale e vedo spalancarsi davanti a me lo spettacolo dell’Olimpico. Il prato verde, i colori intorno, il sole sulle guance».
Di quella Roma è rimasto sulla breccia Giorgio Rossi.
«Mi fa piacere che tu lo abbia ricordato perché Giorgio Rossi è una vera bandiera della Roma, un personaggio straordinario a cui tutti i romanisti vogliono bene».
Antonello, insomma, più di 50 anni d’amore per la Roma e 50 anni al fianco della Roma sugli spalti dell’Olimpico.
«Bene, un traguardo che mi emoziona e che mi sorprende. Però, per festeggiarlo degnamente aspetto solo una cosa, che la Roma vinca oggi. Basta questo, è l’unica cosa che chiedo».


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