Liverpool risarcito, ma la Roma?

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 Dalla Stampa:

Novanta minuti e non un’ora come concordato. La partita di Steven Gerrard con la maglia dell’Inghilterra è durata giusto il tempo perché il giocatore simbolo del Liverpool usurasse oltremodo i muscoli. Verdetto? Problema agli adduttori e la furia dei Reds contro sir Fabio Capello, sconfitto prima in campo dalla Francia e, poi, nei giudizi dei tabloid («Un fesso col cappello», lo ha definito il Sun). Il tecnico friulano ha provato a giustificarsi raccontando come il contrattempo capitato a Barry lo avesse costretto a tenere in campo Gerrard oltre i 60 minuti promessi al Liverpool. Capello è finito nel tritacarne, la Football Association dovrà risarcire i Reds per una cifra pari a 600 mila euro, il costo dello stipendio di Gerrard per le tre o quattro settimane di inattività. Liverpool sulle barricate e FA costretta ad un indennizzo che, adesso, avrà l’effetto di riaprire vecchie «ferite». I club, da anni, sono impegnati in un duello con Fifa ed Uefa per arrivare ad ottenere una assicurazione che entri in scena ogniqualvolta un giocatore prestato alle nazionali finisce ko. A livello dei massimi organismi internazionali del pallone, le risposte ancora non ci sono: Fifa ed Uefa non vanno oltre ad un indennizzo riconosciuto ai club per ogni giorno di impiego di un giocatore convocato in nazionale durante la fase finale di un Mondiale o di un Europeo (in Sudafrica, la Fifa versava alle società 1.600 dollari al giorno, ad Euro 2008, l’Uefa 3.000 euro). Per chi finisce in infermeria il silenzio è assordante, così per i club l’unica strada percorribile è quella di aprire contenziosi con le federazioni nazionali.

In principio ci fu il caso-Nesta quando l’allora patron della Lazio, Sergio Cragnotti, chiese alla Figc un maxi-risarcimento di 13 miliardi di lire nell’estate del ‘98. A Nesta erano saltati i legamenti del ginocchio in un contrasto con l’austriaco Pfeifenberg dopo 100 secondi dall’inizio della sfida mondiale Italia-Austria: i 13miliardi richiesti erano il frutto della somma di 6 per il cartellino di Couto (sostituto di Nesta), 5 per l’ingaggio del difensore portoghese e 2 per lo stipendio dello sfortunato giocatore laziale. Cragnotti portò a casa solo i due che avrebbe dovuto versare a Nesta nel periodo dell’inattività e, a distanza di dodici anni dall’iniziativa dell’ex presidente biancoceleste, c’è un altro club, il Bayern Monaco che ancora aspetta risposta alla richiesta di risarcimento (613.000 euro) avanzata alla federazione olandese colpevole, per i bavaresi, dell’infortunio dopo il Sudafrica della loro stella Arjen Robben.


L’Eca, l’organizzazione che riunisce 144 società europee, ha chiesto un intervento alla Fifa e all’Uefa per colmare quello che i club considerano un vuoto.
In Italia, il tema è «regolato» da due polizze assicurative. La prima riguarda i danni fisici che un giocatore può subire durante una partita o un allenamento con la maglia azzurra e la cifra che viene liquidata è proporzionale ai punti di invalidità riscontrati. La seconda polizza vale per i ko durante le gare e prevede un indennizzo a favore dei club per il pagamento dello stipendio al giocatore infortunato dall’11˚giorno di degenza in infermeria e con un tetto vicino al milione di euro.


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