Per la Roma è ormai un crollo senza fine

di Daniele Pace Commenta


La Roma non si rialza più e incassa la seconda sconfitta consecutiva in modo imbarazzante. Non è certo facile affrontare il Napoli, ma la squadra ieri è stata umiliata. I partenopei hanno fatto una partitella di allenamento infrasettimanale, e addirittura, nel primo tempo, hanno trotterellato scendendo al ritmo della Roma, che per stessa ammissione del suo tecnico, è riuscita incredibilmente a pareggiare. Nonostante il Napoli passeggiasse, era sempre di fronte all’area giallorossa, e solo per un caso (o per un piede), il primo tempo non è finito due o tre a zero.

Il futuro è nero

Il futuro è nero. Come non pensare che la squadra rischia seriamente di non giocare nemmeno l’Europa League, in una giornata in cui è scivolata al settimo posto, ma soprattutto che non ha una preparazione atletica che la possa mettere al pari con qualsiasi formazione.

Non si ricorda, a memoria, una squadra così scadente dal punto di vista atletico e così fragile dal punto di vista psicologico.

Sembra che ci sia un rompete le righe generale, e che i calciatori stiano pensando solo al prossimo anno. Ormai c’è aria di rifondazione, in tutti i settori. Dalla conduzione tecnica ai giocatori, c’è da cambiare tantissimo. Il direttore sportivo è il primo rebus, e l’allenatore il secondo. Questa volta il tecnico deve essere di assoluto livello, perché a oggi, la Roma è l’esempio negativo del campionato. Gli avversari pareggiano, sapendo che potranno fare almeno un paio di gol, e a differenza della gestione di Di Francesco, si è spento anche l’attacco. Non a caso, i giallorossi segnano solo su rigore. Poi ci sarà sicuramente una rivoluzione nella squadra. Ieri Olsen ha esibito l’ennesima papera, il centrocampo ha sofferto come sempre. La condizione fisica lasciata alla gestione Ranieri è imbarazzante. Il mister non è riuscito, non difficilissimo compito di dare una scossa, anche perché la squadra non sta in piedi.

In ultimo, si vede chiaramente che ormai i giocatori si sono arresi. Basta vedere, quando si segnano quei pochi gol, le reazioni. I giocatori nemmeno esultano, nemmeno si parlano.


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