Roma-Chievo 0-0, è la fine di un ciclo

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Roma (4-2-3-1): Artur, Motta (dal 79′ Cassetti), Mexes, Panucci, Riise; De Rossi, Brighi, Taddei (dal 46′ Menez), Perrotta (dal 72′ Vucinic), Baptista e Totti. All.: Spalletti.

Chievo (4-3-1-2): Sorrentino, Frey, Morero, Mandelli, Mantovani, Luciano (dal 57′ Colucci, dal 77′ Malagò), Rigoni, Marcolini, Pinzi, Pellissier, Bogdani. All.: Di Carlo.

Arbitro: Damato di Barletta

Note: ammoniti Bogdani, Mantovani, Riise, Pinzi. Espulso Pinzi al 48′ per doppia ammonizione

A questo punto, cosa dire? Il Chievo ha fatto la sua partita, ben consapevole del fatto che i giallorossi avrebbero dominato sul piano del gioco. Per gli ospiti, primo non prenderle. Ben altra questione quella legata al rendimento della Roma. Sul piano dell’impegno non si può contestare nulla: Totti e compagni hanno giocato una gara di sacrificio, generosità, quantità, impegno.

Quel che è mancato, è stata la qualità: ovvero, la capacità di finalizzare quanto prodotto. Nella prima frazione di gioco almeno sei palle gol che Sorrentino, in stato di grazia, è riuscito a sventare: Baptista e Riise i più pericolosi. Nella ripresa ancora bella Roma per i primi 20′: al 7′ grande azione corale conclusa da Totti da fuori area, Sorrentino respinge e poi ferma anche Perrotta sulla ribattuta. Al 14′ gran destro su punizione di Baptista, Sorrentino vola a deviare in calcio d’angolo. Gli innesti di Menez, Vucinic e Cassetti non garantiscono il quid in più.

La squadra di Di Carlo riesce a difendersi alla grande: un plauso con merito al Chievo Verona, che sta mostrando di meritare la massima serie. Nella fase centrale del secondo tempo affiora la stanchezza e i locali non riescono più a spingere: tanta manna per un Chievo che era riuscito ad arginare la manovra spumeggiante dei giallorossi, è benvenuta. Totti l’ultimo a mollare, suo il tentativo al 45′ dalla lunga distanza. Sorrentino c’è. Quattro i minuti di recupero, quelli della forza della disperazione. Nulla da aggiungere, un mesto commiato si cala sulla prestazione dei giallorossi. Difficile anche contestare, viene più spontanea la presa d’atto del fatto che un ciclo sia davvero concluso. Con l’addio al quarto posto.


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