Roma e Doni, Odi et Amo

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 Chissà a cosa starà pensando adesso, Doni. Spodestato dalla sua porta, dal posto che legittimamente aveva conquistato negli anni con tanta abnegazione e tante ottime prestazioni. Scalzato anche dalla panchina, dal momento che Ranieri gli ha preferito Bogdan Lobont, portiere di notevole esperienza europea ed internazionale ma dalle qualità certamente inferiori a quelle del brasiliano. Il suo percorso con la Roma è controverso da almeno 2 anni e sembra ormai volgere al termine.

Doniéber Alexander Marangon nasce a Jundiaì il 22 ottobre del 1979, nello Stato di San Paolo in Brasile, da genitori di origine veneta. Dopo alcuni trascorsi con il Botafogo, il Santos di Diego, Robinho e del compagno di reparto Artur, che ritroverà anche alla Roma, con il Cruzeiro e con la Juventude, viene adocchiato dalla dirigenza romanista e per lui si aprono le auree porte del calcio del Vecchio Mondo. Un particolare della vicenda è da sottolineare: il ragazzo, allora ventiseienne, pagò autonomamente la clausola di rescissione del valore di 18.000 euro che lo legava contrattualmente alla Juventude. La sua prima stagione, il 2005/2006, viene caratterizzata dagli esordi in serie A e in Coppa Uefa, sotto l’egida di mister Luciano Spalletti.
Dapprima Doni è il sostituto di Gianluca Curci, promosso titolare da Spalletti perché ritenuto più talentuoso, sebbene fosse più giovane; il brasiliano fa la sua prima presenza con la Roma in Coppa Uefa contro l’Aris Salonicco, il 29 settembre 2005. Viene confermato nella partita successiva in casa del Tromsø, squadra norvegese. Grazie alle sue discrete prove tra i pali e allo scarso rendimento di Curci, diviene iltitolare della squadra. In stagione compie alcuni errori madornali, come quelli nella partita contro l’Inter a San Siro, che avrebbero potuto compromettere il giudizio dell’ambiente e dello staff giallorosso. Invece il portiere si dimostra integro psicologicamente e contribuisce all’ottima stagione della Roma, rendendosiprotagonista delle 11 vittorie consecutive della “banda-Spalletti”. Il suo esordio in serie A fu emblematico: Lazio-Roma 1-1.
Nei due anni successivi, Doni divenne uno dei portieri più forti e pagati del mondo: sfornò prestazioni esaltanti, come quella in Champions League contro il Lione allo“Stade de Gerland”, o come quelle contro l’Inter, il Siena, la Lazio. Il suo momento di grazia è il frutto del suo grande impegno ed è un prodromo di sempre maggiori traguardi, dato che verrà convocato per la prima volta nella nazionale brasilianadall’allora c.t. Carlos Dunga, in occasione di un’amichevole. Nel 2007/2008 Doni vincerà la Coppa Italia come l’anno precedente e la Supercoppa Italiana sotto il cielo dello Stadio Meazza in Milano. Per tutta la stagione sarà il portiere titolare; purtroppo quella fu l’ultima stagione felice per Alexander. Durante l’estate del 2008 trionfa in Coppa America, essendo il portiere titolare della Seleção: è determinante nella semifinale contro l’Uruguay, finita ai rigori, in cui para due penalty agli avversari. La Roma gli rinnova il contratto fino a giugno 2012 a 1,9 milioni di euro netti, che sarebbero aumentati di stagione in stagione.
Il 2008/2009 è la stagione della svolta nefasta: il gruppo giallorosso non è più compatto e i risultati sono pessimi. Alexander, per di più, ha un problema fisico serio: una patologia cartilaginea a carico del ginocchio destro. In parole spicciole,un buco al ginocchio destro. In tutte le partite disputate, subisce ben 48 reti. Ma ciò che più si rivela inquietante è che questo infortunio verrà scoperto dai medici giallorossi solo ad aprile, dopo l’ultima partita disputata da Doni contro la Lazio, nel derby perso dalla Roma per 4 a 2. Doni viene operato nel mese di aprile ad Anversa dal dottor Martens, un luminare olandese che nella sua carriera ha operato tantissimi calciatori, specialmente quelli del Milan. Segnatamente l’operazione fu di artroscopia al ginocchio destro.
L’intervento non permise a Doni di seguire la squadra in ritiro per compiere la preparazione estiva in vista del campionato. Il brasiliano tornò in campo all’ottava giornata del 2009/2010 contro il Milan a San Siro. Doni non era più lo stesso, ogni volta che scendeva in campo era insicuro, distratto, quasi assente. Il pubblico non lo sosteneva più, non lo trattava più come un beniamino, come un idolo. Divenne un pupazzo da maltrattare, un giullare da deridere, un bersaglio da mirare. La stagione per la Roma fu esaltante, benché priva di vittorie. Per Doni fu disastrosa ed il rapporto con l’ambiente e la dirigenza andò pian piano deteriorandosi, anche a causa delle sue continue assenze dovute alleconvocazioni in nazionale. In sette partite giocate in campionato subisce otto gole la sua annata diviene mestamente anonima, dato che perderà non solo il posto da titolare a beneficio del connazionale Julio Sergiocol quale non ha mai avuto un buon rapporto, ma anche il posto in panchina.
Quest’estate viene convocato come terzo portiere ai Mondiali in Sudafrica, non giocando neanche un minuto. Il suo morale è disgregato, la sua immagine risulta deturpata dalle troppe illazioni ricevute da tifosi e addetti ai lavori, il suo lavoro svolto negli anni inappellabilmente cancellato. Durante le consuete trattative di calciomercato estivo, il suo nome viene accostato più volte al Fulham ed al West Ham, squadre che fino ad agosto hanno tentato di assicurarsi le sue prestazioni. L’ultima giornata di mercato, il 31 agosto, sembrava che fosse quella decisiva; invece non se ne fece più nulla e Doni restò a Roma.
Quest’anno non ha ancora giocato una partita e molti si chiedono che fine abbia fatto; in realtà tutti sanno cosa faccia. Sic et simpliciter, il brasiliano continua ad allenarsi regolarmente sui verdi campi di Trigoria, con la sua solita professionalità. Il clima romano lo ha senza ombra di dubbio destabilizzato, osannandolo nei periodi di brillantezza e schernendolo in quegli bui, con perpetue vessazioni alla persona ed al calciatore. Il calciatore si era innegabilmente legato alla città e ai tifosi ed ora si sente un corpo estraneo.
Ancora oggi si esternano ipotesi sul plausibile futuro di Doni: pare che sia ancora viva la possibilità che venga effettuato uno scambio tra Roma e West Ham, che porterebbe Behrami nella capitale ed il brasiliano in Inghilterra.
Mentre si attendono sviluppi in merito, Doni continua a percepire un emolumento davvero considerevole; quel che è certo è che le casse della Roma, non proprio laute, non possono permettersi di stipendiare un calciatore che siede perennemente in tribuna.
Tribuna che anche ieri sera lo ha accolto: era la tribuna gelida dello Stadio Olimpico di Torino. Olimpico come quello di Roma: anche quello lo riaccoglierà presto, a meno di sorprese. Chissà a cosa sta pensando, Doni. Chissà a cosa penserà.


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